Caro Alessandro,
scusami, ogni tanto mi prende di ricordare.
La cosa strana è che ho sempre avversato quella città: sporca, disordinata, anarchica eppure formalmente ossequiosa ai vari venditori di religione che, a turno, orientano le masse all'insegna di slogan di rigore e moralità.
I politici che rubano e curano interessi privati in "res publica" hanno le stesse facce che da noi. Gli abili "furbetti del quartierino" probabilmente hanno diviso i banchi di scuola con i nostri. Le belle donne e i patrimoni accumulati con i "regalini" ce le abbiamo anche noi.
Insomma, concludevo le mie riflessioni con un senso di stanchezza e di passiva remissione.
Poi ho capito: Beirut per un occidentale rappresenta ancora un progetto, una speranza di cambiamento. Una specie di innocente ma fervida volontà di migliorare le cose.
Dal basso si può risalire.
Dall'Italia che ci indigna ci si può solo distaccare, allontanandosi con silenzio.
A denti serrati.
scusami, ogni tanto mi prende di ricordare.
La cosa strana è che ho sempre avversato quella città: sporca, disordinata, anarchica eppure formalmente ossequiosa ai vari venditori di religione che, a turno, orientano le masse all'insegna di slogan di rigore e moralità.
I politici che rubano e curano interessi privati in "res publica" hanno le stesse facce che da noi. Gli abili "furbetti del quartierino" probabilmente hanno diviso i banchi di scuola con i nostri. Le belle donne e i patrimoni accumulati con i "regalini" ce le abbiamo anche noi.
Insomma, concludevo le mie riflessioni con un senso di stanchezza e di passiva remissione.
Poi ho capito: Beirut per un occidentale rappresenta ancora un progetto, una speranza di cambiamento. Una specie di innocente ma fervida volontà di migliorare le cose.
Dal basso si può risalire.
Dall'Italia che ci indigna ci si può solo distaccare, allontanandosi con silenzio.
A denti serrati.
Ciao,
Andrea T.
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