23 luglio 2009

Glenn Miller,
l'eleganza e la virtù

I nemici bombardano, e di brutto. Ma l'orchestra suona lo stesso, perché la musica è assoluta, mentre la guerra è lo spazio di un momento malvagio.
Mi riferisco a una delle scene più belle della storia del cinema. Quando cioè Jimmy Stewart/Glenn Miller continua a suonare In The Mood, nonostante il mondo stia tracollando dentro una guerra infinita e dolorosa.
Ma Glenn Miller non era solo questo.
Ha modernizzato il concetto di arrangiamento restituendo dignità a ogni singolo strumento, alleggerendo le composizione, facendo tacere chi doveva tacere e suonare chi doveva suonare, comprendendo che un musicista è servo devoto dell'arte ma anche degli ideali che fortificano l'uomo.
Miller, insomma, resta un faro di un modo di essere/comporre che pochi altri grandi musicisti hanno saputo ribadire. Sicuramente Gil Evans, forse Quincy Jones, qualche volta Miles Davis.
Ebbene, prima leggetevi questo articolo apparso ieri su Repubblica, e poi dopo gustatevi questa sequenza dal commovente film che narra la sua storia.
So long again, Glenn Miller, so long.

L' ultima verità su Glenn Miller morì per salvare Eisenhower
ROMA - Si chiamava Operazione Eclisse e doveva portare alla fine della seconda guerra mondiale già nel dicembre del 1944. Perno della missione segreta era Glenn Miller, il leader della jazzband più famosa del tempo, temutissimo dalle alte sfere naziste per gli appelli alla deposizione delle armi che lanciava via radio agli sfiancati soldati della Wehrmacht. Al maggiore Miller l' attore David Niven, all' epoca ufficiale dei servizi segreti inglesi, aveva affidatoi termini dell' armistizio che gli Alleati offrivano agli ufficiali nazisti disponibili a finire una guerra che ormai appariva perduta. Miller partì dall' Inghilterra per raggiungere Parigi dove fu intercettato dal gruppo di fedelissimi del Führer capitanati da Otto Skorzeny, che già aveva partecipato alla liberazione di Mussolini a Campo Imperatore l' anno precedente. Il povero Miller fu torturato per giorni: Skorzeny lo voleva costringere a introdurli alla presenza del generale Eisenhower per ucciderlo e tentare di cambiare i destini del conflitto. Miller non cedette, morì e il suo corpo scomparve. Questa sarebbe la verità sulla morte di Glenn Miller secondo Hunton Downs, ex ufficiale dell' esercito americano, che ha passato 40 anni cercando di svelare il mistero della scomparsa del jazzista, ufficialmente sparito in mare mentre volava verso la Francia. Era il 15 dicembre 1944 e l' artista aveva solo 40 anni. Nessuno sapeva nulla della missione e del ruolo di Miller, né i compagni della sua orchestra né lo stesso Einsenhower. Così quel gesto di eroismo è caduto nell' oblio, secondo Downs. La storia, chissà se vera ma appassionante e ben congegnata, è contenuta nel libro The Glenn Miller Conspiracy appena uscito negli Usa.

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