Era un ragazzotto, di quelli tipicamente americani. Fino al midollo. Di quelli che guardi e dici "sei bello, ma non sei il mio tipo, ma c'hai un fisico della madonna, e una rara e invidiabile attitudine al sorriso". Perché tutti i ragazzotti del Texas sono così.
È morto giovanissimo (a 57 anni si è ancora adolescenti), dopo una vita vissuta come solo sanno vivere la vita i ragazzotti del Texas: bruciandola quando si può (con litri di alcool e chili di sigarette), e recuperandola quando si deve.
Esplode con Dirty Dancing, dimostrandosi all'altezza di un compitino comunque facile.
Continua il filone melenso con Ghost interpretando sostanzialmente un morto: irrequieto per amore, in paradiso solo dopo aver salvato la donna amata (un'acerba Demi Moore ancora senza siliconi)... con un dialogo finale che ricalca quello di Gary Cooper a Ingrid Bergman in Per chi suona la campana.
Ma in pochi lo ricordano nell'esplosivo Point Break (interpreta Bodhi... "corpo", insomma), dove è un ladro perlomeno ironico e lungimirante: le maschere che usa per le sue rapine riproducono i volti dei principali presidenti degli States. E qui muore "eroicamente", preferendo scomparire tra onde audaci piuttosto che farsi arrestare da Keanu Reeves (più amimico di lui).
Ci aveva abituato a questi ruoli da ragazzone bello e dal viso angelico, sempre sul punto di meravigliarsi per qualsiasi cosa, ma senza tante espressioni per il volto... e poi lo vedi in Donnie Darko fare una parte rischiosa e drammatica. Rischiosa perché è un moralista in pubblico, ma pe*ofilo in privato. Drammatica perché il sacrificio di Donnie lo porterà a redimersi con convinto dolore.
E qui - finalmente! - tira fuori dal cilindro espressioni e sfumature che mai avresti immaginato sapesse esercitare con tanta leggera profondità.
Perdere questi attori spesso fa più male che perdere quelli stranoti, perché quelli come Patrick trasmettono serenità, perché sono amici sicuri, mai sopra le righe, compagni di giochi che possono condividere con te la magia del cinema.
So long, Patrick, so long.
È morto giovanissimo (a 57 anni si è ancora adolescenti), dopo una vita vissuta come solo sanno vivere la vita i ragazzotti del Texas: bruciandola quando si può (con litri di alcool e chili di sigarette), e recuperandola quando si deve.
Esplode con Dirty Dancing, dimostrandosi all'altezza di un compitino comunque facile.
Continua il filone melenso con Ghost interpretando sostanzialmente un morto: irrequieto per amore, in paradiso solo dopo aver salvato la donna amata (un'acerba Demi Moore ancora senza siliconi)... con un dialogo finale che ricalca quello di Gary Cooper a Ingrid Bergman in Per chi suona la campana.
Ma in pochi lo ricordano nell'esplosivo Point Break (interpreta Bodhi... "corpo", insomma), dove è un ladro perlomeno ironico e lungimirante: le maschere che usa per le sue rapine riproducono i volti dei principali presidenti degli States. E qui muore "eroicamente", preferendo scomparire tra onde audaci piuttosto che farsi arrestare da Keanu Reeves (più amimico di lui).
Ci aveva abituato a questi ruoli da ragazzone bello e dal viso angelico, sempre sul punto di meravigliarsi per qualsiasi cosa, ma senza tante espressioni per il volto... e poi lo vedi in Donnie Darko fare una parte rischiosa e drammatica. Rischiosa perché è un moralista in pubblico, ma pe*ofilo in privato. Drammatica perché il sacrificio di Donnie lo porterà a redimersi con convinto dolore.
E qui - finalmente! - tira fuori dal cilindro espressioni e sfumature che mai avresti immaginato sapesse esercitare con tanta leggera profondità.
Perdere questi attori spesso fa più male che perdere quelli stranoti, perché quelli come Patrick trasmettono serenità, perché sono amici sicuri, mai sopra le righe, compagni di giochi che possono condividere con te la magia del cinema.
So long, Patrick, so long.
Nessun commento:
Posta un commento