Sto ascoltando l'ultima (tripla) fatica di Keith Jarrett. Dovremo inventare un nuovo vocabolario per tentare disperatamente di sfiorare una benché minima definizione della perfezione di quest'uomo. Ancora una volta è andato oltre: il bello è che noi già non sappiamo cosa ci sia da questa parte dell'"oltre"; figuriamoci dall'altra.
Qui un'ottima analisi del mio amico di link di Mondo Jazz.
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