Però è la canzone della vita, che noi televisivi italiani preberlusconiani aggiungiamo alla memoria di una trasmissione dedicata ai film dell'horror (Sette storie per non dormire), dove Karen Black ci aspettava coltello alla mano per farci a fette, o dove Klaus Kinski sconfiggeva i fantasmi ma non un cancellone di una villa che lo spiaccicava a terra.
Doug Fieger ci lascia, e quel giretto in sol non avrà più senso... du du / du du / dù ddù...
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