In uno degli ultimi numeri avevo letto la recensione di Stride del pianista Danny Grissett (con Vicente Archer al basso e Marcus Gilmore alla batteria): un cd eccellente, sotto ogni punto di vista.
Onestamente, non avevo mai sentito parlare di Grissett prima di quest'opera (la terza del terzetto), e a un primo ascolto ero rimasto scettico. In fondo, si sa, ci sono due tipi di jazzisti: quelli che la musica la servono (tipo Fresu, per intenderci), e quelli che si servono della musica (tipo Jarrett).
Poi, però, ci sono quelli alla John Lewis, che la musica la rispettano, a volte esplorandola, a volte inventandola. Sono i meno vistosi, e quindi da assaggiare lentamente. Grissett è tra questi: e il mio fare un cenno a John Lewis ci sta tutto (cfr il video qui sotto, dove ci sta molto MJQ e nulla di Jacques Loussier... per fortuna).
Va detto che trovo la qualità della registrazione poco dinamica, e che forse un missaggio più accorto avrebbe restituito tutte le eccellenti qualità del trio. Però la forza e la potenza di questo raffinato combo ci sono tutte, e vanno assaporate con attenzione.
Ogni nota raccontata dalla mano destra ha la sua esattezza e ineludibilità. La mano sinistra - apparentemente sorniona - lavora, invece, con armonie moderne e contrappunti amabilmente retro. Gli spart e i rispettivi solisti sembrano proposti da una sola mente, tanto si rispettano e contemporanemante si sfidano con la giusta destrezza. Un approccio generale e condiviso fino all'ultima nota che sottolinea implicitamente una severa attenzione per i particolari. Infine, un paio di brani (Stride e Close Quarters) che potrebbero tranquillamente diventare degli standard.
Insomma, un cd che non dovrebbe mancare nella vostra discoteca.
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