Adoro Charlie Parker, uno dei pochissimi jazzisti sempre moderno, sempre attuale, con la rara capacità di essere ascoltabile qualsiasi mood avvolga il mio status mentale.
Questo splendido saggio di Carl Woideck (edito dalla rigorosa EDT) è decisamente per addetti ai lavori, ricco com'è di partiture e di esempi molto complessi.
Oltretutto, la biografia vera e propria viene sbrigata nel primo sedicesimo; il resto è un'analisi profonda dei quattro periodi artistici di Charlie Parker, arricchita da contestuali riferimenti storici e da una serie impressionante di spiegazioni dettagliate e articolate.
Però la consiglio anche ai neofiti o a chi - come me - ha pochissima confidenza con la scrittura musicale.
Woideck, insomma, riesce comunque interessante, confortato com'è dai suoi numerosi rimandi biografici, da un'aneddotica mai fine a se stessa, e dal saper collocare esattamente chi/come/dove gli altri grandi del tempo (Davis, Gillespie, Roach...).
E poi - magari! - ti vien voglia di provare a seguire quei pentagrammi, di riascoltare questo o quel brano con accanto la pagina dedicata.
Bel libro, bel libro davvero.
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