Allo stesso tipo arrivarono i nastri di un giovane musicista di colore che lo pregava di dirigere alcuni suoi video. Li ascoltò, non li gradì, e diniegò l'offerta. Peccato che il musicista fosse Prince.
Infine, un bel giorno, gli si avvicinò un giovane diabetico e insicuro che gli propose la produzione di un film ambientato nello spazio. Il nostro tipo rifiutò, e Star Wars divenne leggenda.
Insomma, chiunque abbia ascoltato queste tre storielle, ha subito reagito esclamando "ma questo è proprio uno scemo".
E, invece, è William Friedkin, un regista "osservatore", di quelli cioè che usa la macchina da presa come fosse una testimone discreta, quasi trasparente, ma che poi sa anche spostare il climax di un'azione, smanettando a dovere le fasi di montaggio. Ancora oggi, il celeberrimo inseguimento del suo Il braccio violento della legge viene visto e rivisto da imberbi montatori per imparare l'abc della difficile arte del montaggio.
William Friedkin ha scritto una bellissima autobiografia, tradotta coi piedi però, che riesce a raccontare contemporaneamente i propri pregi/difetti, la storia del cinema, la tecnica del cinematografare.
È un libro ricco anche di aneddoti e di curiosità, senza che affatichino la lettura, ma che trascinano il lettore in un vortice di tante cose belle e saporite che vorresti non finissero mai.
In più, dimostra fattivamente che la voglia di fare, il coraggio - e anche un minimo di incoscienza - vengono sempre premiati... in un ambiente che lo permette, figuriamoci.
Se poi volete una guida all'acquisto dei dvd delle sue opere, vi consiglio (in ordine di gusto):
- Festa per il compleanno del caro amico Harold (The Boys in the Band, 1970)
- L'esorcista (The Exorcist, 1973)
- Il braccio violento della legge (The French Connection, 1971)
- Vivere e morire a Los Angeles (To Live and Die in L.A., 1985)
- Cruising (1980)
- The Hunted - La preda (The Hunted, 2003)
- Regole d'onore (Rules of Engagement, 2000)
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