30 dicembre 2014

Jon Batiste and "Stay Human" a #UJW22

L'avevo scritto un paio di anni fa che Batiste era un grande, ben prima che diventasse noto a un pubblico più ampio; il concerto di ieri sera è stato più di una conferma, accidenti!
Un gruppo di primissima qualità, una scelta dei brani a tutto tondo, arrangiamenti audaci, moderni e stimolanti che restano appiccicati nel cuore e nella memoria.
E poi, che padronanza scenica: il gruppo ha letteralmente occupato il palcoscenico in lungo e in largo come fosse un immenso fuoco famigliare attorno al quale raccontare storie e sensazioni.
Grande entrata di gruppo con brani tradizionali della New Orleans più antica, poi una lunga e mirabolante St. James Infirmary di rara dolcezza, quindi i Beatles (!), poi I Can't Give You Anything but Love, poi altro, molto altro.
Micidiale Joe Saylor, batterista minuto ma dal batterismo muscolare e nel contempo raffinato. Col suo sguardo irriverente ha addirittura declamato nello stupefatto silenzio generale una delle più belle poesie di Byron, "She walks in beauty".
Ottimo Barry Stephenson, contrabbassista mainstream molto agile e attento.
Bravo il sax alto di Eddie Barbash: nel lungo solo di St. James ha strapazzato l'ancia ben oltre il fisicamente possibile.

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