23 ottobre 2019

TO BELIEVE, l'elegante leggerezza della Cinematic Orchestra

Delicato, raffinato ed equilibrato come pochi lavori musicali di recente ascolto, To Believe sembra quel tipico cd di buona musica volutamente priva di inutili virtuosismi.
Non siamo nell'ambito new age, per carità; né, tantomeno, dentro quel jazz da ascensore che ripete tessiture banali all'infinito: questo atteso ritorno della Cinematic Orchestra - dopo ben dodici anni - gioca con le citazioni, esplora l'elettronica senza strafare, regala languori con il giusto dosaggio.
La title track è forse la cosa che funziona meglio, grazie soprattutto alla voce cristallina di Moses Sumney che regala armonie di raffinatissima eleganza, lasciando di stucco anche l'esperto più esigente: provate ad ascoltarla in cuffia più volte e capirete cosa intendo.
Il secondo brano che mi ha ammaliato è Lessons, che sembra uscire dal binario di To Believe per nascondersi dentro un quasi-minimalismo alla Nyman (ma anche alla Eno). 
Terza in ordine di suggestioni da (ri)vivere è Wait For Now/Leave The World, grazie anche all'incredibile voce di Beverley Tawiah.
C'è rigore, molto rigore, anche nei dettagli più insospettabili; eppure, sembra tutto così spontaneo e liquido. Ma c'è anche molta sobrietà, come se il combo avesse percepito la fame di suoni misurati che caratterizza orecchie assediate dal rumore come quella di chi scrive. 

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