Il Professor Vincenzo Di Biase aveva l'affascinante capacità di saper raccontare la Fisica e la Matematica con rarissimo senso dell'intrattenimento. No, non recitava, né tantomeno andava alla ricerca dell'effetto; ma per quasi tre ore sapeva trattenere la nostra attenzione - e la nostra tensione - in una maniera che ancora oggi rimpiango di non aver gustato a dovere.
La cosa incredibile è che personalmente mi dimenticavo i momenti più tecnici dopo qualche ora; ma mi restavano un'emozione incredibile e una frenetica frenesia di conoscere di più, di andare più a fondo nelle cose (non per forza solo scientifiche).
Certo, alla Maturità consegnai il compito di Fisica in bianco. Ma questa è un'altra storia.
Ecco, i libri di Jim Baggott hanno lo stesso sapore, la stessa rara capacità di essere lineari, comprensibili, narrativi e profondi al tempo stesso.
Già leggendo Origini avevo vissuto un'avventura scientifica di raro godimento, partendo dal nulla per arrivare al tutto quello che ci circonda e che siamo, sia noi viventi che la stessa Natura.
Con questo Massa la storia della Fisica diventa pianeggiante, senza curve o colline. Per carità, stiamo parlando di leggi complicatissime e di concetti che già a leggerli generano timore e spavento; però "sembra" tutto così immediato e accessibile, confortati dal fatto che ogni capitolo si conclude con una sintesi in cinque punti di quanto abbiamo letto.
Per carità, dal momento che l'ho incastonato tra i libri letti, fino al parlarne qui dentro, già troppe informazioni si sono perse per strada. Però mi fa sorridere il miracolo di aver aggirato a distanza di lustri quel compito consegnato in bianco.
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