La Storia delle storie del Mediterraneo, partendo dagli antichi egizi per finire con la Prima Guerra Mondiale, raccontata con ironia e sapienza da un intellettuale dalla penna liquida. Un libro che si beve con gusto, che si gusta come pochi e che sa raccontare molte, moltissime storie senza mai perdere la bussola di riferimento: tutto deve ruotare solo intorno al nostro amatissimo e maltrattatissimo mare europeo.
Norwich, insomma, è così preciso e motivato da questa scelta, da saltare scientemente tutti quegli eventi accaduti lontano dalle storie del Mediterraneo, che non lo hanno visto come sornione e partecipe testimone (scordatevi le ennenarie guerre delle Rose, per dirne una).
Oltre alla penna, fa bella figura anche la scelta narrativa di presentare gli eventi con collegamenti lineari, senza rimandi contorti o senza dare per scontato che il lettore ne conosca una parte. E l'indice analitico vi aiuterà a trovare eventuali bandoli dimenticati.
Diventa così un libro di Storia che incontra i personaggi, che li presenta senza remore, che indica errori e soluzioni, che non giudica o parteggia, che ironizza senza banalizzare. Ed è anche un libro che riassume, che mette insieme, che dà una certa logica ai fili della nostra memoria, spesso interrotta da lacune involontarie, considerata la notevole messe di eventi che hanno caratterizzata un periodo storico così vasto e impalpabile.
Tant'è che l'autore ha preferito fermarsi prima degli anni '20 (1920, ovviamente), proprio perché a conti fatti se avesse dovuto raccontare anche la Seconda Guerra Mondiale non sarebbero bastate altre 1000 pagine.
E già: il libro ne dura già 1000 e qualcosa; ma vi posso assicurare che non ve ne accorgerete. E quando chiuderete l'ultimo capitolo, ci resterete un bel po' male: un simile libro merita un doveroso spazio nella vostra biblioteca e nel vostro cuore.
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