Non è un libro sul Vietnam o sullo stress post traumatico subito dal grande regista: è un'autobiografia che racconta tutto, sempre con le giuste prospettive, senza mai fermarsi all'indulgenza o alla ripetizione. C'è, insomma, un incredibile equilibrio stilistico, frutto evidente di un'esperienza non indifferente nel campo della scrittura.
Ma è anche un libro di cinema, raccontato e spiegato in maniera semplice e profonda: troverà pane per i suoi denti sia chi è appassionato - ma non ne mastica alcuni aspetti più tecnici, sia chi vuole approfondire un periodo cinematografico di transizione, quali sono stati gli anni '80, quando cioè l'autorato muore sotto i colpi de I Cancelli del Cielo di Cimino e sotto la restaurazione furba e dissimulata dell'industria cinematografica.
Ma è anche un libro di cinema, raccontato e spiegato in maniera semplice e profonda: troverà pane per i suoi denti sia chi è appassionato - ma non ne mastica alcuni aspetti più tecnici, sia chi vuole approfondire un periodo cinematografico di transizione, quali sono stati gli anni '80, quando cioè l'autorato muore sotto i colpi de I Cancelli del Cielo di Cimino e sotto la restaurazione furba e dissimulata dell'industria cinematografica.
Ma è anche un libro di Storia americana, dove si capiscono molti eventi perché raccontati senza tanti fronzoli o complottismi. Un'America che sembra ormai così lontana, ma il cui peso specifico si fa sentire ancora oggi.
Ma è anche un libro di amore, per le donne, per la famiglia, per la gente, anche per il dolore e la resurrezione.
Un libro che cammina accanto al lettore, invogliandolo a divorarne le pagine, una dopo l'altra, capitolo dopo capitolo.
Ho letto qualche recensione che parla di testo torbido, di oscurità del Vietnam, di rabbia e di durezza. O la mia copia è speciale oppure bisogna anche sacrificare un po' se stessi quando si parla di un libro.
Che poi, alla fine, io non mi sacrifico per nulla, perché ho trovato questo libro eccellente: compratelo e parliamone.
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