10 giugno 2021

AWAKE, una recensione (con spoiler)

Uno schiccherone micidiale del Sole fa saltare la corrente della Terra (tutta?) e sconvolge il cervello dei suoi abitanti, impedendogli di dormire. Solo pochissimi fortunati possono continuare a dormire, tra cui una bambina, la cui mamma farà di tutto per proteggerla. L'umanità soccomberà, tranne...?

Protagonisti: Mamma con passato oscuro, Figlio imbambolato, Figlia che può dormire, Assistente che butta giù lo Spiegone, Scienziata Incazzata, Carcerato Redento, Prete che la butta sull'etica religiosa.
Un film che parte bene, benissimo, ma che dal 18esimo minuto in poi la tira per le lunghe per oltre un'ora. Il bello è che il tutto dura 90', ma sembrano almeno il doppio.
Altro difetto, non di poco conto: generalmente, le storie di fantascienza hanno mille e uno sbraconi che però accetti perché comunque o la storia o l'insieme funzionano; qui è tutto così noioso che ti accorgi subito quanto le contraddizioni cozzino troppo tra di loro, generando solo domande e non il gusto per un'avventura che comunque poteva funzionare.
Procediamo con ordine: la Mamma è una guardia giurata che arrotonda svendendo medicinali scaduti. Che senso ha sfiorare questo reato, senza dare poi uno sviluppo a quei medicinali? 
Durante la notte, quando ancora non è accaduto nulla, il Figlio osserva il cielo e spiega alla Mamma che quella luce che vedono transitare tra le stelle è la Stazione Spaziale. Poi, è ovvio, resta il sospetto che sia invece il flare solare che causerà il drammone. Ma non ha senso, perché accade di notte - e comunque la luce solare impiega 9 minuti scarsi per arrivare sulla Terra, mentre invece l'incidentone accade ore dopo quell'avvistamento. Comunque, non c'è alcun sviluppo alla frase del ragazzo.
Durante lo Spiegone, ci viene detto che dalla privazione del sonno si sopravvive per un massimo di quattro giorni; alla fine del film, scopriamo che sono passati almeno sette giorni. Come la mettiamo? Attenzione: è vero che ai militari sono stati iniettati degli eccitanti, ma alla Mamma, al figlio e al carcerato, no. E quindi? 
Durante l'intera anabasi dalla città al laboratorio (salvifico ma anche cattivone), i tre protagonisti incontrano: un gruppo di persone nude intento ad osservare/venerare il Sole (ma non porterà nessuno sviluppo o variazione); due criminali che riescono ad avviare un'auto (per quanto ne sappia io, dopo un EMP di tale portata, l'induzione elettrica è impossibile anche a distanza di tempo, ancorché stimolata con espedienti meccanici di fortuna); un gruppo di carcerati che potrebbe fare un casino incredibile e invece si dissolve nel nulla, visto che servono solo a introdurre il Carcerato Redento; una barriera notturna, presidiata da sadici incazzosi, che viene superata dopo qualche schiaffone alla volemosebene, ma nulla di più.
Gran finale delle contraddizioni. Al 18esimo minuto, la Scienziata Incazzata aveva detto che è stato il Sole a causare i due drammoni - elettricità che salta e privazione del sonno; quindi, un fenomeno elettromagnetico. Bene, nel prefinale, la bambina spiega che il fratello è tornato in vita - e può di nuovo dormire - grazie alla scarica elettromagnetica del rianimatore. Domanda: ci vuole una scienza per capire che bastava schiccherare un po' di persone per restituire loro il sonno? Voglio dire che il film semina questo tipo di indizi e poi non li usa!
Ripeto: questi buconi potrebbero essere ignorati se in cambio funzionassero la sceneggiatura (da 5+), la fotografia (un bel 4), gli attori (si salva il Prete), la musica (da 4 pure lei). E, invece, è tutto troppo dozzinale, amatoriale, improvvisato. Che peccato!

A latere.
Su un fenomeno extraterrestre che causa casini sulla Terra si era già soffermato il capolavoro L'invasione dei mostri verdi (1963, il cui romanzo originale, intitolato Il giorno dei trifidi e uscito nel 1951, è un vero gioiello, credetemi): un passaggio di meteore fa diventare tutti ciechi e trasforma delle piante in mostri assassini. Era di una debolezza imbarazzante, ma funzionava perché puntava sull'emozione, trattenendo il pubblico fino alla fine. 
Sul sonno come leva di destabilizzazione, come non citare L'invasione degli ultracorpi (film del 1956, basato sull'omonimo romanzo uscito l'anno prima - e che vanta almeno altri quattro remake). In questo caso, però, sono dei non meglio identificati alieni a sostituirci mentre dormiamo: se stai sveglio, resti umano; se t'addormi, ti risvegli anaffettivo e alienissimo. 

Consiglione: 
NON fatelo guardare ai ragazzi da soli.
Prima di ritrovare il sonno, infatti, la Mamma deve essere affogata dai suoi stessi figli. 
Come ca@@o possano passare leggerezze simili, mi sfugge. 
Il rischio di emulazione c'è, e va scongiurato col presidio di un adulto attento.

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