11 giugno 2021

KOH-I-NUR di William Dalrymple e Anita Anand (Adelphi)

Quelli della mia generazione ricordano con una certa emozione le bellissime matite Koh-I-Noor: gli astucci, l'odore, il sapore (le mordicchiavi, sentendoti poi in colpa per avere rovinato la grazia di quell'aspetto). Che poi fossero anche le migliori, era secondario. Solo per caso, vent'anni fa scoprii che si chiamavano così proprio ispirandosi al famoso diamante. "Ai miei tempi" non c'era internet e certe informazioni erano meno facili da trovare.
Questo libro parla proprio del diamante
La prima parte, sulle origini indiane della pietra, è affidata allo storico William Dalrymple (classe 1965), che ha lavorato anche su materiale inedito o di difficile reperibilità; la seconda parte, invece, racconta il come e il perché sia attualmente e ancora in possesso della Corona Inglese, ed è affidata alla briosa penna della giornalista Anita Anand (classe 1972), guarda caso di famiglia indiana.
Non so per quale meccanismo mentale, ma durante la lettura della prima parte mi sono quasi annoiato: violenze, tradimenti, uccisioni, senza soluzione di continuità; più che una narrazione, sembra un elenco raccontato con uno stile asciutto e tutt'altro che empatico. Aggiungete che la nostra supponenza occidentale ci impedisce di discernere e memorizzare i nomi indiani, e la distrazione è andata a mille.
La seconda parte, invece, mi ha divertito molto, sia per lo stile che per il racconto. Magari, e appunto, è sempre colpa della supponenza occidentale che in questo caso si è ritrovata a casa sua, ma sicuramente è anche merito della Anand che ha saputo tenere in pugno la mia attenzione fino alla fine.
L'apparato iconografico è di primissima scelta. 

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