21 luglio 2021

QUANDO LA TERRA AVEVA DUE LUNE di Erik Asphaug (Adelphi)

La Luna, "nostra signora" (come diceva Byron), come diamine si è formata? È una di quelle domande di sempre che coinvolge l'immaginazione collettiva più di altre.
Forse perché in fondo lei sta lassù, ma non troppo distante da noi; sicuramente perché da Méliès in poi, la Storia del Cinema l'ha raccontata in mille modi diversi, tutti coinvolgenti e tutti affascinanti.
Questo libro di Erik Asphaug non è però un saggio psico-antropologico o cinematografico, ma un tentativo scientifico di dare una risposta scientifica a un dilemma così variopinto. 
Diciamo subito che è suggestiva l'idea che si sia formata dopo lo scontro con un planetoide chiamato Theia. Ancor più suggestiva è la dolce capacità dell'autore di saperci spiegare che comunque il passaggio delle comete e degli asteroidi abbia condizionato anche geneticamente la vita sulla Terra. Meravigliosa, infine, l'idea di raccontare queste scoperte da metà libro in poi, non prima cioè di aver fornito un ragguaglio divulgativo sull'astronomia e l'astrofisica.
Però credo che il libro si perda un po' quando l'autore, generando troppe aspettative e indicando troppe strade senza fine, non conclude nitidamente il suo viaggio. E non è che non lo faccia perché comunque i dubbi restano e fanno parte del mestiere: non lo fa perché sembra quasi voluto, come fosse uno studiato "difetto" stilistico.
Insomma, è un libro godibilissimo e anche divertente per chi è poco avvezzo a questi argomenti e li vuole però accarezzare in qualche modo; forse lo è un po' di meno per chi, invece, è un addetto ai lavori. 

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