06 luglio 2023

L'ITALIA IN UN TWEET

Parlare dei social non significa parlare del mondo intero; però, a volte, certi comportamenti così evidenti e lampanti dentro i social rappresentano in maniera chiara, anche semplicistica, un certo modo di essere.

Piccola premessa: il post sarà lungo. In questi tempi in cui ci si distrae dopo otto secondi anche senza volerlo, è quasi una scommessa, se non addirittura una follia, pensare che verrà letto - e che verrà letto fino in fondo. Ma il potere che ha internet è di essere un "eterno mentre"; quindi, quello che scriverò potrebbe essere ricicciato alla bisogna o risultare rappresentativo anche tra qualche anno.

Innanzitutto, parliamo di endogruppo. È la parte più noiosa, abbiate pazienza. Ma senza questo chiarimento, non avremo chiaro tutto il resto.
L'endogruppo non è composto da iscritti o da persone che si conoscono o frequentano. L'endogruppo è qualcosa di impalpabile, che ci può vedere protagonisti, o come "vittime", o come "carnefici", o come semplici spettatori.
Se, per esempio, in un consesso molto vasto dite una cosa, chi sa usare l'endogruppo come "arma" può delegittimarvi facendo leva sui bias di chi lo circonda: "lascialo perdere, non vedi che è un perfettino?". Oppure: "ha parlato il saputello, ha parlato".
Se non siete conosciuti da tutti i presenti, per voi è finita, perché da ora in poi siete intrappolati nel framing di quella definizione (incasellati, per dirla in italiano).
È un espediente che Berlusconi sapeva usare molto bene, tanto che la Sinistra ancora oggi ci casca con tutte le scarpe, non avendo capito che, quando sei dentro un frame, è meglio non rafforzarlo con comportamenti che lo confermino.

[Del resto, c'è un errore di fondo quando diciamo che Berlusconi ha prima fatto le televisioni rincretinenti, soggiogando le nostre menti, ottenendo quindi facili vittorie elettorali. Di fatto, stiamo dicendo che chi guardava le sue televisioni è un cretino. Mentre, invece, lui immaginava un prodotto vincente perché ad altezza popolo: è nata prima la gallina, cioè i telespettatori, e poi l'uovo, il prodotto televisivo]

All'interno dei social, il framing ha rovinato ogni forma di dibattito, di confronto. Insomma, basta stimolare un potenziale endogruppo per zittire il tuo interlocutore, senza mai entrare nel merito del suo dibattere.

Vi porto un esempio pratico, che avrà corollari a iosa. Ricordatevi, però, che è un esempio; e, come tutti gli esempi, semplifica, e si focalizza su una parte del tutto. L'insieme, cioè, è difficile da descrivere integralmente, proprio perché le parole scritte sono pietre spigolose e non sfere raffinate.

Come sapete, pochi giorni fa è venuta fuori una storia raccapricciante: in una società di marketing sussisteva una chat maschile e maschilista in cui i componenti facevano classifiche bestiali sulle colleghe. Roba veramente fuori da ogni possibile immaginazione.

Una influencer... attenzione, per i non addetti ai lavori: i numeri non restituiscono lo potenza di fuoco di una influencer. Voglio dire che la Ferragni (29 milioni di follower su Instagram) deve costantemente aggiornarsi e aggiornare, vivendo dei suoi follower; Taylor Swift (265 milioni di follower su Instagram) potrebbe persino non postare più, visto che la sua attività è soprattutto fuori dalla bolla social.
E quindi, è più influencer Ferragni o Swift? 

Dicevo, una influencer commenta la terrificante vicenda, scrivendo:
Sentite i vostri fidanzati mariti amici fratelli se vi fan dare un’occhiata veloce alle chat [...]
[Quello che è accaduto] è alla base della cultura maschile di tutti. 

La prima frase ricorda molto certe grida tipiche dei tempi medievali (o il monito finale de La cosa da un altro mondo), in cui si ammoniva la popolazione tutta, con conseguenze che conosciamo bene. Un po' alla Berlusconi de' noantri, ammettiamolo.

Ma nella seconda frase c'è un framing che non dà speranza: TUTTI i maschi sono potenzialmente come quella masnada di maiali! TUTTI. 

Prima domanda che dovrebbe porsi chi segue una influencer simile: ma lo sa che peso hanno le sue parole rispetto a chiunque altro? Parliamo anche di "peso" algoritmico, visto che i sistemi daranno più visibilità a lei piuttosto che a chi ha pochi follower/interazioni.
Seconda domanda: quantunque e qualora avesse ragione, dove stanno i dati? Per fare un'affermazione del genere, quando sei una influencer (non importa quanto influente), devi produrre dati certi, statistiche certe.
Terza domanda: la tua indignazione è la mia indignazione, ma se non sai misurare la tua rabbia e non sai confortarla con i numeri, stai solo urlando. Se urli, nessuno ti ascolterà, fuorché l'endogruppo cui implicitamente ti stai rivolgendo (ottenendo la sola attenzione di chi non sa argomentare, non sa dibattere), fuorché chi non sa muoversi in maniera concreta dentro il mondo dei social - che può consentire anche azioni concrete (ci arriverò alla fine).

Ordunque, ho la pessima idea di controbattere:
Non mi riconosco nella “base della cultura di tutti”. Provo (e ho provato) irritazione e rabbia contro questa “cultura”. Chi mi frequenta, neanche si azzarda ad accennarla.
Non posso essere l’unico a pensarla così.
Fossi in te direi “della maggioranza dei maschi”; suona meglio
[il grassetto è mio]

Mi sembra un'obiezione chiara e diretta. Peraltro, scritta anche con punteggiatura accurata e un italiano conciliante.
Per me, qualsiasi forma di generalizzazione non funziona. Mai.
E chi frequenta questo blog dagli inizi, sa perfettamente che anche io generalizzavo; ed è per questo che ho addirittura cancellato migliaia di miei post vecchi perché ridicoli e fuorvianti (ammettendolo pubblicamente: basta guardare il sommario sotto il nome del blog).

Ma la influencer usa la tattica del framing stimolando l'endogruppo che stava sia tra i suoi follower sia tra i follower dei suoi follower. E lo fa usando la tecnica del tweet con citazione che onestamente ho sempre trovato disonesto. 

Per chi non usa Twitter: il tweet con citazione consiste nel proporre ai propri follower un tweet di un'altra persona, ma guarnito con un commento. E quel commento aggiuntivo pesa tantissimo, perché cambia totalmente la prospettiva al tweet originale: di fatto, il tuo indicare NON è neutro, ma di parte, proprio perché commentato a priori.
La cosa non va bene, anche per un motivo che ormai conoscono bene anche quelli che non frequentano i social: nessuno legge l'originale, nessuno legge i commenti, nessuno approfondisce un estraneo all'endogruppo.
E se mi chiedete i dati che confortano queste mie sentenze, basta googolare per trovarne a iosa.
Certo è che, qualora fossi stato drastico, potete togliere "nessuno" e metterci "buona parte delle persone", e siamo tutti più contenti.

Il tweet con citazione che ha incorniciato la mia risposta ha come testo:
Ecco il primo: si aprono le danze
C'è già tutto qui dentro: giudizio, scherno, pregiudizio, disprezzo, rabbia, livore e tanta, tanta, incapacità di accettare un confronto.

Non mi metto qui a tirare giù uno per uno i vari commenti che ho subito - e tralascio quelli in cui si dice che tutti i maschi sono stupratori, picchiatori eccetera, solo perché sono maschi.
Vorrei proporvi dei topos abbastanza prevedibili, perché esemplari (e anche inquietanti).
La classifica è per ordine di memoria, non quindi qualitativa. Ogni tanto ho messo tra parentesi alcune rapide considerazioni che mi sono venute in mente adesso.

Primo commento: tu cosa fai per non essere come TUTTI?
(Ergo, devi sempre tenere a portata di mano un curriculum, credibile per chissà quali parametri)

Secondo commento: nessuno voleva generalizzare...
(Scrivendo TUTTI? E qui è evidente un corollario: c'è chi si fa involontario portavoce dell'influencer o dell'endogruppo, oppure di entrambi)

Terzo commento: perché ti senti chiamato in causa?
(C'è scritto TUTTI)

Quarto commento: non fare la vittima!
(Framing che funziona molto bene nel contesto latino, perché i maschi, TUTTI, sono mammoni e affetti da vittimismo)

Quinto commento: leggi questo XYZ e impara!
(Non ha mai importanza che testo sia, per un semplice motivo: chi lo brandisce, minimo ci si riconosce; confutarlo significa finire sempre più giù nella gora dell'eterno fetore)

Sesto commento: l'intero sistema è marcio, tu fai parte del sistema, se lo capisci sei bravo, se non lo capisci sei complice.

Settimo commento: Dire “io no” ci fa sentire bene con noi stessi
(Il portavoce involontario introduce l'uso del plurale, tipico della cultura italiana. Del resto, noi italiani usiamo raramente "io" quando significa assumersi un coraggio, un ruolo e una posizione. Una certa cultura nazionalpopolare ormai radicata non accetta quando l'"io" è sé stesso e che quindi si assume le sue responsabilità, perché se ti assumi le tue responsabilità non puoi temere la colpa, e senza concetto di colpa, sei fuori da ogni gruppo, e quindi pericoloso).

Ottavo commento: Inconsciamente, stai dicendo che...
(Quando una premessa allude al tuo inconscio, vince su tutto, perché chi ti sta parlando sa come la pensi, descrive la tua essenza, conosce ogni microscopico elemento delle tue sinapsi).

Nono commento: Da omo a omo...
(Il richiamo all'altro endogruppo, in cui vieni messo dentro forzatamente).

Decimo commento: quindi sei così... quindi la pensi così...
(Il quindismo andrebbe abolito con multe severe. Tu dici A, quindi hai detto B. Ergo, tu perdi tempo a dimostrare che non hai detto B, anziché poter approfondire A. Il suo corollario è il quindismo ad personam: sei favorevole a X e quindi sei come FascioCaio, che è invece quanto di più lontano da te).

Undicesimo commento: Con tutto quello che sta accadendo, non puoi fare questi commenti.
(Non si sa per quanto tempo ci sarà un embargo a qualsiasi forma di commento fuori dal coro).

Dodicesimo commento: Noooo, non puoi dire questo.

Tredicesimo commento: non so niente dell'argomento, però girando in rete (variazione: ho letto che)...
(Se premetti che non sai nulla, sta zitto. Se credi che girare in rete o leggere a caso siano due modalità propedeutiche, stai messo proprio male).

Quanto è accaduto alle ragazze vittime di quelle chat ripugnanti dovrebbe stimolare ben altro.

Sei una influencer?
Hai una certa visibilità?
Conosci o sai come contattare altri influencer?
Fai una campagna per bannare questa società da tutti i social.
Oppure: fai una campagna di sensibilizzazione, contattando TUTTI i clienti della società, consigliando loro di rescindere i contratti di consulenza.
Oppure: fai da tramite per trovare un nuovo posto di lavoro alle donne di quella società che vogliono legittimamente cambiare aria.
Oppure: contatta tutte le voci femminili famose affinché si adoperino in prima persona per denunciare questa terribile storia.
Oppure, più semplicemente, proponi una raccolta di fondi per pagare un buon avvocato a queste ragazze.
Tutto il tempo impiegato a crogiolarti nel livore gratuito, potevi impiegarlo a fare qualcosa di concreto.

In tutto questo, la influencer in questione ha messo un lucchetto al suo account: di fatto, solo chi la segue può leggere le sue affermazioni contro TUTTI... 

Nessun commento: