Raccontare sé stessi prima che la perdita della memoria prenda il sopravvento: così è nato questo delizioso libro che si lascia leggere tutto d’un fiato.
Mauro Pagani, insomma, si è svegliato una mattina e ha cominciato a non ricordare molte cose del suo passato. Che poi sia riuscito ad arginare questa emorragia di ricordi grazie a una lunga terapia, fa veramente piacere; ma alla fine proprio questo dramma scongiurato ha permesso a noi appassionati di leggere e conoscere e riconoscere artisti e momenti veramente unici e irripetibili.
Come scrittore, Mauro Pagani riesce nella nobile impresa di dimenticarsi di essere un grande, scendendo amabilmente tra noi comuni mortali per regalarci storie e aneddoti di un periodo glorioso della musica italiana. Anni in cui c’erano nomi e canzoni e produzioni che fanno venire la pelle d’oca ancora oggi (Battisti, Stratos, De André, la Premiata Forneria Marconi, Guccini, per citarne alcuni), e che forse farebbero bene a quei ragazzetti che crescono solo con Ghali, Madame o Ultimo, esserini minuscoli a confronto dei mostri sacri con cui ha collaborato Pagani.
Un libro genuino, divertente, anche commovente, ideale per chi ama la musica e le belle persone.
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