Steven Spielberg, insomma, è quel tipo di regista che va fatto parlare, va ascoltato, va stimolato, perché sarà sempre interessante, rigoroso, anche spiritoso, e sempre rispettoso nei confronti dell'intervistatore e del pubblico.
Un libro di interviste nodali, tranne due capitoli che potete tranquillamente saltare, che accarezzano l'intera carriera del nostro genio, dove ogni esperto sa comporre domande azzeccate e documentate.
Un piccolo gioiello che inaugura una nuova casa editrice, Wudz, che ha ancora bisogno di rodare il suo rapporto col pubblico.
L'unico appunto è sulla traduzione: sembra senza personalità e con dei passaggi che ne arrotolano la lettura; visto che gli intervistatori sono sempre diversi, una tale omogeneità di stile non può che essere responsabilità della curatela italiana.
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