È stato il più grande collegamento satellitare e la più grande trasmissione su televisione di tutti i tempi: si stima infatti che quasi due miliardi di telespettatori in centocinquanta nazioni diverse abbiano assistito al concerto in diretta.
Il Live Aid è stato organizzato da Bob Geldof e Midge Ure allo scopo di ricavare fondi per alleviare la carestia che aveva colpito l'Etiopia in quegli anni
Io c'ero, e lo vidi fino alla fine. La RAI lo trasmise integralmente ma a pene di cane: una sorta di prima parte, in televisione; la seconda parte, alla radio; la terza e ultima parte, di nuovo in televisione, fino a notte tarda. Poi, il giorno dopo, propose in televisione quella parte che era andata solo alla radio.
Il vero problema furono i commentatori italici: sbrodoloni e chiacchieroni fin troppo.
Il libro di Arcana rende merito e omaggio a quell'impresa, riuscendo a coniugare dati statistici, elementi storici, aneddotica, dietro le quinte, scalette, analisi di tutte le performance (con tanto di minutaggio e orario), biografie dei protagonisti (aggiornate fino a oggi).
Un lavoro difficile e complesso, ma perfettamente riuscito.
Il suo unico apparente difetto è che potrebbe sembrare un'operazione nostalgia, mentre invece sono convinto che meriti una profonda lettura anche da parte delle nuove generazioni: quando storciamo il naso di fronte ai "vostri" cantanti non è solo per incomprensione tra generazioni (che poi nella musica non sussiste), ma perché anche quando i "nostri" erano commerciali, non usavano l'autotune, le basi preregistrate e sapevano sdrumare l'universo con la qualità.
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