Uno dei complessi che più subisce questa censura preventiva sono i No-Man.
Nati come costola intellettuale dei Porcupine Tree, godono di una formazione snella (Steve Wilson, polistrumentista, compositore e arrangiatore; Tim Bowness, paroliere e voce) e di palpitose collaborazioni (da Robert Fripp a Mel Collins, per citarne due a caso).
Hanno all’attivo pochi lavori, sempre dotati di un’esplicita fame di suoni e ritmi magari poco frequentati o comunque proposti poi in maniera sempre originale.
Il più noto resta Flowermouth, e forse anche Returning Jesus. Recentemente ho scoperto anche Wild Opera, terzo per ordine di uscita, ma sicuramente primo per qualità e intenzioni.La voce di Bowness è ben amalgamata nell'insieme sonoro, superando quell'apparente e irritante omofonia con David Sylvian. Gli arrangiamenti sempre giusti e mai porcupineggianti. Le collaborazioni puntuali e mai esagerate (in questo complimenti a Fripp che si fa riconoscere senza farsi sentire).
Se avete 9,99 euro da buttar via, scaricatevi legalmente questo lavoro: ne vale veramente la pena.
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