da Repubblica - 2 settembre 2009
COMINCIÒ sessant' anni fa con l' aggressione tedesca alla Polonia il capitolo più tragico della storia europea. La guerra scatenata dalla Germania portò dolore e sofferenza incommensurabili a molti popoli, anni di totale privazione dei diritti, anni di umiliazione e distruzione. Nessun paese ha sofferto cosìa lungo dell' occupazione tedesca come la Polonia. Proprio nei tempi bui, di cui parliamo oggi, il Paese fu raso al suolo. Cittàe villaggi vennero distrutti. Nella capitale, dopo che l' insurrezione del 1944 fu soffocata nel sangue, non fu lasciata in piedi nemmeno una pietra. Potere arbitrario e violenza segnarono in quegli anni la vita quotidiana di ogni famiglia polacca. Oggi qui, sulla Westerplatte di Danzica, io, cancelliera federale, ricordo con rispetto profondo tutti i polacchi a cui fu arrecato dolore inenarrabile sotto i crimini dell' occupazione tedesca. Gli orrori del ventesimo secolo ebbero il loro culmine nell' Olocausto, la sistematica persecuzionee sterminio degli ebrei d' Europa. Io ricordo con rispetto profondo i sei milioni di ebrei e tutti gli altri che trovarono una morte atroce nei campi di concentramento e di sterminio tedeschi. Io ricordo con rispetto profondo i molti milioni di uomini che dovettero sacrificare la loro vita nella guerra e nella Resistenza contro la Germania. Io ricordo con rispetto profondo tutti gli innocenti che dovettero morire di fame, freddo o malattia a causa della violenza di quella guerra e delle sue conseguenze. Io ricordo con rispetto profondo i 60 milioni di esseri umani che persero la vita a causa di questa guerra che fu scatenata dalla Germania. Non ci sono parole che possano restituire il dolore atroce di questa guerra e dell' Olocausto. Io m' inchino davanti alle vittime. Lo sappiamo bene: non possiamo cancellare l' orrore della seconda guerra mondiale o fare come se non fosse accaduto. Le cicatrici resteranno a lungo visibili. Il nostro compito è costruire il futuro con la consapevolezza sempre presente della nostra responsabilità. L' Europa siè trasformata da continente d' orrore e violenza in un continente di libertà e pace. Il fatto che ciò sia stato possibile è né più né meno che un miracolo. Noi tedeschi non lo abbiamo mai dimenticato: gli amici della Germania all' Est e all' Ovest hanno aperto questa strada con la loro prontezza alla riconciliazione. Hanno teso a noi tedeschi la mano della riconciliazione e noi l' abbiamo afferrata, colmi di gratitudine. Sì, è un miracolo il fatto che noi quest' anno non dobbiamo ricordare solo gli abissi d' infamia della storia europea avvenuti settant' anni fa. È un miracolo che possiamo anche ricordare quei giorni felicie fortunati che vent' anni fa portarono alla caduta del Muro di Berlino, alla riunificazione della Germania e all' unità dell' Europa. Perché solo con la caduta della cortina di ferro il cammino dell' Europa verso la libertà poté dirsi compiuto. Nella tradizione di Solidarnosc in Polonia, la gente allora aprì ovunque con coraggio le porte verso la libertà. Noi tedeschi non lo dimenticheremo mai. Non dimenticheremo il ruolo dei nostri amici in Polonia, in Ungheria e nell' allora Cecoslovacchia. Non dimenticheremo il ruolo di Mikhail Gorbaciov e dei nostri amici e alleati occidentali. Non dimenticheremo il ruolo della forza morale della Verità che nessuno incarnò in modo così convincente e credibile come Papa Giovanni Paolo II. Anche per questo noi tedeschi ci siamo impegnati ad aprire alla Polonia e agli altri Stati dell' Europa centrale e orientale la strada verso l' ingresso nell' Unione Europea e nella Nato e a stare al loro fianco. Sì, è un miracolo, una grazia, il fatto che noi europei oggi possiamo vivere in libertà e in pace. Non c' è nulla che possa rappresentare la grande differenza tra il 1939e oggi meglio della stretta e fiduciosa collaborazione tra Germania e Polonia e delle molteplici relazioni d' amicizia tra i nostri due Paesi. L' unità dell' Europa e l' amicizia della Germania coni suoi vicini trovano forza nel fatto che noi non chiudiamo gli occhi sulla nostra storia. Lo hanno ben colto i presidenti delle conferenze episcopali tedesca e polacca nella loro ultima dichiarazione congiunta: «Insieme dobbiamo guardare al futuro senza dimenticare o minimizzare la realtà storica in tutti i suoi aspetti». Se nel mio Paese pensiamo anche al destino dei tedeschi che, in seguito alla guerra, persero la loro patria, lo facciamo sempre nel senso indicato da queste parole dei vescovi. Lo facciamo con piena consapevolezza della responsabilità della Germania. Lo facciamo senza voler riscrivere il capitolo che riguarda la responsabilità storica della Germania. Questo non accadrà mai. Proprio consapevole di tutto ciò, settant' anni dopo io sono venuta qui a Danzica, in questa città segnata dal dolore, ma splendidamente restaurata. Signor Presidente, signor Primo ministro, mi commuove profondamente il fatto che mi abbiate invitato alla cerimonia di oggi in qualità di cancelliera tedesca. Vedo in questa vostra scelta un segno del nostro rapporto di fiducia, della nostra stretta cooperazione e dell' autentica amicizia tra i nostri due Paesi, tra la gente in Germania e in Polonia. E per questo voglio ringraziarvi. - ANGELA MERKEL
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