L'eroe di Avatar (cfr mia recensione) si alza dalla sedia a rotelle e si trasforma in Perseo. E fin qui fa parte della professione di attore. Ma quando si ha una faccia sola è difficile essere credibili. Per carità, il film in questione non ha molte pretese, ma almeno un paio di lineamenti in più avrebbero giovato all'immoto eroe greco.
Scontro tra titani deve poco al precedente Scontro di titani: la storia più o meno è quella (con tanto di citazione ironica del gufo volante), ma qui mancano l'imprevedibilità dei trucchi artigianali del monumentale Ray Harryhausen, e anche un pizzico di infantile scioccheria.
Diciamolo: qui si prendono un po' tutti sul serio; complice forse un pesante doppiaggio, o forse il fatto che quando vedi Ralph Fiennes (seppur truccato) ti arriva comunque addosso tutto l'esistenzialismo irlandese possibile ed immaginabile; o forse perché la versione originale sfiorava il ridicolo e quindi le volevi bene, questa sfiora la perfezione strutturale e quindi traspaiono le assurdità del contenuto.
Alla fine, e però, è forse il primo dei tre film in 3d visto finora (il secondo era l'Alice di Tim Burton) di cui son riuscito a seguire la storia senza distrarmi per colpa di effetti ed effettimi. E la cosa che mi ha più divertito è che ero solo nella Sala Troisi qui a Roma. Solo. Assolutamente solo in mezzo ad altri 371 posti vuoti.
Per bambini dentro.
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