Ho un mio personalissimo modo di intendere i ruoli in un interplay (sicuramente lontano da quello che sarebbe nella realtà): il contrabbasso indica un paesaggio, il pianoforte lo esplora, la batteria pone le fondamenta (doppie) di una cultura e della sua "religione".
Insomma: rischio, sicurezza e tribalismo si devono mescolare a dovere per donare all'ascoltatore il meglio di un'avventura musicale.
Se poi la vedetta è Enzo Pietropaoli, l'esploratore Danilo Rea, il cerimoniere Fabrizio Sferra, la vostra vita avrà senso.
Gran bel concerto dei redivivi Doctor 3 che hanno rispettato il sacro tempio del jazz invernale con un'ora e quaranta di jazz tirato ma mai serioso, di melodie affabili ma mai ovvie, di sperimentazione azzardata ma mai cerebrale.
Si è passati da Ain't No Sunshine a Hey Jude, da Carole King a Petrucciani, da Moon River a De André, senza alcuno sforzo, senza rigide teorie o inutili prove muscolari.
Rea ha fatto pochissime e misurate daniloreate, Sferra e Pietropaoli hanno regalato una sontuosa lezione di stile.
Grande chicca per palati fini: Answer Me My Love di rarefatta dolcezza.
Insomma: rischio, sicurezza e tribalismo si devono mescolare a dovere per donare all'ascoltatore il meglio di un'avventura musicale.
Se poi la vedetta è Enzo Pietropaoli, l'esploratore Danilo Rea, il cerimoniere Fabrizio Sferra, la vostra vita avrà senso.
Gran bel concerto dei redivivi Doctor 3 che hanno rispettato il sacro tempio del jazz invernale con un'ora e quaranta di jazz tirato ma mai serioso, di melodie affabili ma mai ovvie, di sperimentazione azzardata ma mai cerebrale.
Si è passati da Ain't No Sunshine a Hey Jude, da Carole King a Petrucciani, da Moon River a De André, senza alcuno sforzo, senza rigide teorie o inutili prove muscolari.
Rea ha fatto pochissime e misurate daniloreate, Sferra e Pietropaoli hanno regalato una sontuosa lezione di stile.
Grande chicca per palati fini: Answer Me My Love di rarefatta dolcezza.
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