Sto subendo qualcosa di astratto dalla morte di David Bowie, che non riesco ancora a concretizzare: l'ho rifiutata mentalmente prima che emotivamente, perché è sempre appartenuto alla mia vita di ogni giorno. E me ne sto accorgendo solo adesso.È come quei cari rari amici che incontri una volta all'anno, magari ogni due, ma che sembra ieri ti ci eri congedato, e allora ti ci sciogli immediatamente insieme davanti a un bel bicchiere di vino.È quell'amico con cui sghignazzi per delle sciocchezze, e la gente o tua moglie ti guardano prendendoti per scemo perché loro ti vedono da solo al tavolo, mentre tu sai che c'è David Bowie con te, che ammicca complicità da ogni poro.C'è qualcosa di infinitamente amaro nella morte di un amico così presente e intimo, che ha fatto parte dei miei sorrisi e delle mie lacrime, e che mi ha sempre tenuto per mano (e non solo dentro la mia immaginazione, ne sono aancora convinto). E anche se non me lo voglio ancora dire, spero che neanche la sua morte possa allontanarlo dalle nostre consuetudini.
Eppure è la Morte che dà significato a ogni cosa.
E allora le canzoni di David Bowie, canzoni che sono solo mie, ma che nel contempo sono anche solo vostre, diventano timbri nella memoria, tatuaggi evocativi.
E dire che ho sempre creduto che una canzone non avesse diritto di rappresentare un ricordo: una canzone è arte, non egoismo autoreferenziale. Eppure solo David Bowie ha saputo entrare nei miei ricordi, partecipando alle mie sensazioni; dolorose, gioiose, forti e deboli... all'istante.
Non passava momento che non mi sentissi quasi in dovere di informarlo dei miei passi nel mondo, prendendo in mano i suoi dischi per raccontare loro quali eventi stavano diventando nodali nei miei persempre. E lui là, sornione, al di fuori di me ma comunque mio fedele compagno, pronto e generoso a rispondere, sempre disponibile ad accettare ogni più intrinseca e inestricabile confidenza nella sua immensa partitura musicale.Di fronte ai drammi epocali che mietono vittime e spostano le curve della Storia si dice sempre "niente sarà più come prima".
A me sta accadendo la stessa cosa per qualcosa di più semplice, di più terreno: da giorni, ormai, c'è un bicchiere di vino sul tavolo del mio salotto... e nessuno che voglia condividerlo con me.
Nessun commento:
Posta un commento