Chiusura alla grande, alla grandissima, di questa 23esima edizione di Umbria Jazz Winter (perlomeno per chi scrive). Eravamo partiti sottotono, ma poi siamo arrivati a questi Sugarpie and The Candymen, un delizioso traguardo ricco di sorprese e molto divertente.
Siamo di fronte a uno swing di eccellente qualità, proposto in maniera adulta e professionale da cinque ragazzi che gli organizzatori avrebbero potuto tranquillamente collocare dentro il palco principale del Teatro Mancinelli.
Mi sfugge, insomma, perché si debba sempre relegare il jazz più sorridente tra i tavoli di una cena sponsorizzata (con maleducati rumori di contorno) anziché "rischiare" di regalargli la platea di cui è degno. Specie dopo aver troppo insistito col duo Wilson and Nash.
Fatto sta che siamo passati con estrema facilità dai classici dello swing tradizionale a Come As You Are dei Nirvana (!), dai Bitols di When I'm 64 ai Deep Purple di Strage Kind Of Woman/Lazy/Highway Star... un medley avvincente e tecnicamente probante in cui hanno fatto capolino anche citazioni da Čajkovskij e Zorba il greco (!!).
Gran finale con una micidiale Bohemian Rhapsody, i Clash e... Prince.
Se questi Sugarpie & The Candymen continueranno così, potranno dare del filo da torcere agli adulti serissimi di Musica Nuda.
Georgia Ciavatta ha una voce purissima e coraggiosa. Jacopo Delfini coccola una chitarra in maniera più brava di quanto non sembri. Renato Podestà, invece, suona la chitarra in maniera sorniona e spregiudicata, ed è molto attento alla pulizia di ogni singola nota. Claudio Ottaviano è un timido ma risoluto contrabbasso. Roberto Lupo swinga in maniera molto arguta non disdegnando il drumming più moderno.
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