14 ottobre 2019

giocando con il LADIES FOOTBALL CLUB di Stefano Massini

Il fenomeno del calcio femminile nacque in Inghilterra, negli anni della Prima Guerra Mondiale. Squadre divenute poi leggendarie come le Dick Kerr’s Ladies si formarono fra le operaie di stabilimenti tessili o di munizioni, e in breve tempo crebbero a dismisura nell’affetto e nel seguito del pubblico, procurandosi l’aperta ostilità delle istituzioni maschili del calcio. Molte di queste squadre furono dunque costrette a sciogliersi per legge, dopo pochi anni di incredibili successi. Questa è la storia di una di loro.

Un libro che parte con questa premessa - scritto peraltro da un maschietto, potrebbe andare incontro a numerosi difetti: l'agiografia, l'ammiccamento, il finto femminismo, il femminismo da maschio col senso di colpa, il maschio che fa finta di capire la psicologia femminile... tutti trabocchetti, insomma, che le lettrici conoscono bene, specie se di mezzo c'è uno sport, come quello del calcio, la cui liturgia imperante pretende che sia cosa solo maschile.
Eppure Stefano Massini riesce nella dolcissima impresa di non caderci con tutti gli scarpini, regalandoci una storia - anzi: tante storie - che non voglio neanche sapere se siano vere o no; tanto che neanche sono andato a documentarmi. Per me sono vere adesso, esattamente come sono state raccontate in questo piccolo delizioso libretto.
Ironia, molta ironia; leggerezza, ma di quella che non fa finta di essere né leggera né profonda. Una sapiente capacità di indovinare tempi e spazi narrativi. Una scelta (sicuramente aziendale ma che esteticamente funziona) di lasciare le righe isolate, gli spazi vuoti, i momenti lontani uno dall'altro.
Un libro, insomma, che si legge tutto d'un fiato, sperando sempre che l'assunto di partenza non sia vero e che le nostre ragazze continuino a giocare all'infinito.
Credo si possa passare anche per questi libri per far capire a certi capoccioni che non dobbiamo vedere le cose da una prospettiva sessista: lo sport non è né un diritto né una fazione; lo sport è un gioco da giocare (to play, dicono gli inglesi), che va condiviso e vissuto insieme, sugli spalti e sul campo... a meno che a qualcuna non venga in mente di portarsi via la palla.

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