20 gennaio 2020

gli scenari de IL GIORNO IN CUI TUTTO FINISCE

Le sorti reali della Corona Inglese hanno sempre più il sapore sottilmente distopico della pregevole serie The Crown, tanto che per molti osservatori dopo Elisabetta II si concluderà questa romantica istituzione.
Ma ci sono altri probabili scenari su cui speculare non è solo divertente ma anche necessario per prepararsi al futuro prossimo venturo: appurato che il doping è sempre più subdolo e raffinato, avrà ancora senso combatterlo? È possibile diventare veramente immortali? L’uso massivo degli antibiotici avrà conseguenze disastrose? Cosa accadrà quando non ci saranno più animali negli oceani? Come reagiremo il giorno in cui arriverà un segnale dagli alieni? Ma è poi vero che se la caldera del Parco di Yellowstone dovesse svegliarsi, sarebbero guai seri per tutto il Pianeta?
Sintetizzate in questo modo, sembrano più le domande del Guzzanti di rieduchescional ciannel; ma poste dalla giusta prospettiva, diventano le basi per una seria e approfondita analisi, come quella di Mike Pearl, nota firma di Vice, autore de “Il giorno in cui tutto finisce”, Il Saggiatore.
La tecnica narrativa è scorrevole e intrigante: si apre sempre con uno schema di probabilità (e/o di necessità); si sviluppa con un breve racconto dal futuro ipotizzato; si chiude con una sorta di lucida analisi di tutti gli scenari possibili derivanti dall'ipotesi di partenza.
Va detto che il titolo originale, The Day It Finally Happens, ristabilisce le originali intenzioni di questo saggio, preciso, profondo, scritto con leggerezza e competenza, ma soprattutto con una documentazione di qualità.
I capitoli più interessanti sono dedicati allo scenario di un quasi improbabile crollo di internet e… agli schiavi: a tutt’oggi, in tutto il Pianeta se ne contano oltre 40 milioni, soprattutto donne e bambini.

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