04 febbraio 2020

EMIL ZÁTOPEK, verso l'infinito e oltre

Ci sono figure che nascono leggendarie e diventano mito... poi c'è Emil Zátopek, la locomotiva umana.
Nato durante un'era che a solo ricordarla sembra preistoria, questo incredibile mezzofondista e maratoneta ha incarnato l'idea vera e nobile dello sportivo, del sacrificio, del carattere, della capacità di sfidare se stessi senza mai indugiare nella supponenza o nella presunzione.
Amato dal pubblico, osannato dalla critica e rispettato dagli avversari, è stato tra i primi atleti ad intuire l'importanza della preparazione, del rispetto del proprio corpo, del curare puntigliosamente la strategia durante la gara.
Ha vinto tutto quello che era possibile vincere, raggiungendo la perfezione nelle Olimpiadi del 1952, dove vinse 5000, 10000 e maratona.
Comunista d'istinto, appoggiò con dolce fierezza il Manifesto delle Duemila Parole di Alexander Dubček, perché convinto che la socialdemocrazia fosse l'unica risposta per migliorare la sua amata Cecoslovacchia. Come tutti i firmatari, fu diffamato, spogliato dei suoi meriti e della sua divisa, e quindi isolato dentro una vita oscura.
Per fortuna il Fato gli ha restituito i meriti e le medaglie che l'ottusità di Mosca e dei suoi lacchè gli avevano strappato.
Questo meraviglioso libro racconta la sua vita, con una dovizia di particolari mai pettegola o peggio agiografica: invece, è un libro che non sfigurerebbe affatto accanto a Open, superandolo in credibilità e nel suo essere così avvincente. E già, nonostante io sapessi già come "andava a finire", mi sono spesso sorpreso a sperare che le cose andassero in maniera diversa, che ci fosse un colpo di scena insomma.
A latere: commovente e dolcissima la storia d'amore con Dana, anch'essa atleta di peso.
Se volete assaporare lo spirito sportivo, la sua essenza e la sua forza, questo è il libro che fa per voi.

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