12 marzo 2020

Coronavirus, un ramoscello di rosmarino

Sabato scorso, mia moglie ed io ci siamo messi diligentemente in fila davanti al supermercato, con una sportina di cotone a testa: dovevamo fare poca spesa - e poi non avevamo certo l'aria di quelli che avrebbero preso d'assalto il supermercato, tanto che siamo passati quasi inosservati mentre ci incastonavamo tra le altre persone in attesa.
Dal nulla, si avvicina una signora, di quelle che provano a essere curate, cui manca però il senso dell'estetica: non è che due pallotte di trucco sulle guance e un rimmel dozzinale inciso a forza attorno agli occhi ti trasformino in milf megagnocca; ma lei ci credeva con tutti i sentimenti. E poi era vestita come se avesse litigato con la parte più elegante del suo armadio di balza cinese.
Ha guardato la ragazza che monitorava i transiti, poi la fila (ormai lunghetta), poi la ragazza e poi la fila: "devo prendere solo un ramoscello di rosmarino", ha detto, come fosse la necessità del Pianeta, come si sentiva Luke Skywalker prima di mettere il missile risolutivo nel culo della Morte Nera.
Sembrava che quel ramoscello di rosmarino fosse la soluzione di tutti i suoi problemi. Mi immaginavo lei che torna a casa, il marito vecchio e maschilista che aspetta il pranzo, come un despota marchiato a fuoco dal livore per una vita fallita; lei costernata che gli chiede scusa se ha dimenticato il rosmarino, lui che neanche la guarda, borbottando cose tipo "sei sempre la solita".
Era disperata questa signora, e si voltava continuamente intorno alla ricerca di una soluzione, magari scolpita nella facciata di qualche palazzo, oppure disegnata da qualche sbilenco writer de' noantri.
La fila era sempre più corposa, e molto disciplinata, a parte una vecchia sulle stampelle che tossicchiava sommessamente senza coprirsi la bocca... ecco, però va detto che questa signora faceva la fila ordinatamente, nonostante il buonsenso civico avrebbe dovuto farla passare per prima.
Ma se non facevamo distrattamente passare lei, figuriamoci la quasi-milf alla ricerca del rosmarino perduto.
Insomma, alla fine si è alzata una sola voce, di quelle che trovi giusto a Rete4 durante le trasmissioni nazionalsovraniste: "anche noi abbiamo poca roba da comprare e però siamo in fila ordinatamente".
La quasi milf del rosmarino perduto ci ha guardati spaesata, forse perché abbiamo usato il suo metro di giudizio, quello che usava lei nei tempi normali.
Ma questi tempi, tanto normali non sono. Un po' mi sono sentito in colpa, un po' ho pensato che è proprio in queste situazioni che non dobbiamo sbracarci.
Sicuramente in qualche casa di Testaccio c'è un arrosto cotto senza rosmarino.

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