La vista.
Che splendido miracolo.
Che io mi ricordi, sono stato in terapia intensiva due volte, visto che la terza volta continuavo a ronfare beatamente.
La seconda la ricordo per il dolore che provai quando mi iniettarono non so cosa nel nervo sciatico. Dolore immenso che poi si trasformò in spavento e meraviglia pasticciati insieme, visto che tutto il piede cominciò a tremare come un tarantolato, per poi dissolversi in un'amimica posizione goffa.
Ma la prima non potrò mai dimenticarla.
Mai.
Mi svegliai perché qualche infermiere mi diede un ceffone che generalmente si dà a un figlio disobbediente. Mi ritrovai accanto a un tipo che aveva dei tubi nel fianco da cui usciva del sangue grumoso. Le macchine che facevano bip bip bip e una persistente oscura penombra che paradossalmente mi stava abbagliando.
Appena presa del tutto conoscenza, mi resi conto del dramma: ero senza occhiali!
E io sono miope, astigmatico e presbite, di quelli che senza occhiali non distinguono un volto da un cartello stradale.
Senza occhiali!
Senza sapere che ore fossero!
Senza che qualcuno avesse il permesso di dirmi quando me ne sarei andato.
Ma, soprattutto: senza occhiali!
Guardate che per quanto io sia un carattere forte e tutte 'ste belle frasette qui, non poter vedere, perlomeno in quel contesto, fu un dramma.
Ecco, io penso a queste centinaia di morti e ho in testa solo questo: la sensazione di non poter vedere.
Dev'essere più devastante del perdere l'aria. Anzi, io credo che si perda il senso del respiro proprio perché non si può vedere nulla.
Consapevoli della disfatta imminente... non riesco neanche a immaginare cos'abbiano provato queste vittime del covid-19, e cosa provino i parenti e gli amici, quando peraltro non possono neanche abbracciarli per un'ultima volta.
Per la cronaca: dopo un'ora circa, si presentò mia sorella con i miei occhiali
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