09 marzo 2020

il COVID-19 che abbiamo coltivato per anni

Alle origini di un disastro ci sono sempre uno o più modelli di riferimento. Ed è quasi ridicolo meravigliarsi o far finta di non conoscere le origini del caos, perché il caos ha sempre una sua struttura - e questi modelli sono alla base della coerenza di questa struttura.

Un modello preso a caso è il tasso di alfabetizzazione di un Paese. L'Italia lo ha molto alto (femmine 99,9%; maschi 99,7%), ma da correlare a una scuola dell'obbligo che fa sorridere (fino a 16 anni) e con tassi di abbandono scolastico sconfortanti: la percentuale di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione vede il 14% dei giovani; si tratta di quei ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato la scuola dopo aver al massimo raggiunto la licenza media.

A questo, aggiungiamo che il 28% degli italiani è analfabeta funzionale. 


L'80% dei nostri ragazzi legge un libro, ma solo nelle famiglie in cui tale abitudine è già presente; altrimenti scendiamo al 38%.

Abitudine alla lettura che però crolla quando si va dai 40 anni in su: la media italiana vede solo il 41% degli italiani leggere almeno un libro l'anno, ma solo il 12% legge un libro al mese.

Neanche è una questione di prezzi, considerato che sussiste anche l'e-book. Ma qui si verifica un altro problema, collaterale ma significativo: 18 milioni di italiani non hanno internet; 10 milioni non navigano. Quale delle due torte veda unità sovrapposte, è difficile dirlo; ma i due dati sono sconfortanti.


L'Italia è il Paese che confonde Foibe e Shoah, mettendole sullo stesso piano. L'Italia è il Paese dove il quotidiano più venduto stampa 200.000 copie/dì; che poi non significa "acquistate". 

L'Italia è il Paese con solo il 26% degli italiani tra i 25 e i 34 anni in possesso di un diploma universitario. Siamo penultimi nella UE; l'ultimo è la Romania

E abbiamo parlato di numeri attuali. 

Per non andare tanto per il sottile, Democrazia Cristiana e Partito Comunista si sono spartiti l'ignoranza del Paese: anziché debellarla, l'hanno prima compatita e poi indirizzata, mantenendo, per esempio, una condivisa visione antiscientifica che è sempre sopravvissuta a se stessa. Oggi trova il suo alveo culturale nei no-vax, ma è assai più diffusa, sottile e impercettibile.

Ignoranza scientifica e arroganza popolana: mettetele insieme e avrete la gente per strada, anziché dentro le case.

Del resto, anche la Cultura ha subìto un trattamento a dir poco disonesto. Anziché farla percepire come un "piacere", un "gioco", un "diletto", con buona pace di chi asserisce il contrario, la Sinistra si è sempre eretta a sua unica sacerdotessa, con i risultati che respiriamo ogni giorno.


Anziché accompagnare le persone verso la Cultura, la Sinistra l''ha trasformata in una sua rocca da dover "spiegare" agli ignoranti, con scelte intellettuali che privilegiano amici e conoscenti, furberie e incomprensibilità, trasformando ogni senso artistico in una pesante e pedante rottura di coglioni.


Esiste poi un territorio neutro che vede autotutelarsi una trasversale élite di élitari, senza distinguo di tessere. Due bambocci fanno il tiro a segno sulla testa di una povera disgraziata? Scatta la protezione bilaterale.


Al Concorso faccio passare tuo figlio? Bene, ricordatelo quando sarà il mio turno; altrimenti tiro fuori dal cilindro il ricorso al Tar.

Del resto, il Terrorismo italiano ha visto sin troppi irresponsabili giochicchiare con il futuro del Paese, per il solo gusto di giocare a guardia e ladri con coetanei di fazione opposta.


Ne sa qualcosa Calabresi, contro il cui padre si sono scatenati fior di nomi che fino a un lustro fa ci scassavano i coglioni col loro ditino moraleggiante, mentre invece negli anni '70 auguravano la morte alle Istituzioni.

E perché? Perché, come insegna Tomasi di Lampedusa, l'uomo che rappresenta l'ordine non è visto come amico e protettore, ma come simbolo dell'invadenza dello Stato.

Confondiamo le cose con il loro utilizzo, con una facilità così disarmante e totalizzante, che a volte anche il più puro ed idealista cade nella trappola dell'equivoco.

Ma è per primo il nostro Stato di parte ed elitario a mischiare sapientemente doveri e capricci, porcherie e senso dell'istituzione. 

Il grillismo ha confuso i territori, reputando inutile la Sostanza della Formazione, senza invece combattere l'Apparenza dell'Ipocrisia.

Ma, scusate, quando Renzi correva verso il suo Sole, non si comportava allo stesso modo? Regole, buona educazione e rispetto per l'etica: tutte cose belle, ma negli altri.
Io sono io e voi non contate un cazzo, al netto che poi i social lo hanno involontariamente aiutato.

L'Informazione italiana non controlla il Potere, ma lo accompagna o lo dileggia a seconda delle convenienze, generando partitismi che attraverso i social hanno raggiunto modelli soffocanti. Mi ha fatto quasi pena Repubblica (mio ormai ex quotidiano): fino a ieri titolava bordate di panico sul COVID-19; e poi d'un tratto invita alla calma. E nessuno a dirgli quant'è stato ridicolo.


La Criminalità organizzata presidia intere aree dell'Italia (non solo) del Sud? Bene, boicottiamo i calimeri della Magistratura che provano veramente a colpire.

E tutti a dire che però manca lo Stato, manca la Cultura, manca la Scuola. E chi lo dice, magari vivacchia implementando i suoi legittimi guadagni da scrittore con serie televisive che favoleggiano sulla violenza anziché su chi questa violenza la combatte.

Non esiste un solo provvedimento di un qualsivoglia governo - da che sono in vita (1966), che abbia aumentato le spese per la Ricerca, per la Scuola e per la Sanità.


Non ricordo un solo politico che abbia avuto anche il coraggio (magari diplomatico ma fermo e deciso) di dire chiaramente che siamo un popolo con una maggioranza di furbi, di egoisti, di maleducati - e che quindi le regole vanno fatte rispettare con l'urlo anziché con la persuasione.


Il nostro modello di vita è individualista, autoreferenziale, familista e basato sul ricatto reciproco. 

In pochi dicono quello che va detto o agiscono come bisogna agire, perché comunque c'è sempre un granello di sabbia sporca nell'ingranaggio della coscienza comune.

I sindacati italiani proteggono i lavoratori ma non il lavoro. E quando il lavoratore approfitta dei suoi diritti, mai che se ne discostino, figuriamoci.

I nostri figli sono maleducati e incoscienti perché siamo dei genitori incapaci di imporre la disciplina; e se ci prova la scuola - come dovrebbe, volano botte sul professore diligente. 


Applichiamo il metodo educativo steineriano come fosse acqua da bere. 

Non importa se tuo figlio sfascia il bene comune o rompe i coglioni ai pensionati del piano di sotto, perché arriverà sempre lo psicologo da Triennale che ti dirà che i figli sono fragili e che vanno accompagnati. Oppure si presenta l'intellettuale con la fiatella e la barba di un giorno, che saprà avvolgere di paroloni concilianti la tua viltà di genitore senza nerbo.

Siamo schiavi di un finto perbenismo culturale per cui tiriamo fuori i nostri diritti per scansare i nostri doveri. E soprattutto una certa Sinistra - cui purtroppo appartengo - pretende dagli altri oneri e obblighi che non valgono per sé.


I cinema vanno chiusi? E Moretti si fa la sua foto nella sala vuota, perché lui è fico. Anziché invitare alla calma e ipotizzare forme nuove di cultura condivisa, fa il suo bel gesto provocatorio - che se l'avesse fatto la Meloni, tutti a biasimarla.

Del resto, basta andare alla Piazza di Testaccio, per vedere i figli di certi fichetti correre allegri a infettare nonni e passanti.

Siamo il Paese che urla contro l'odio online, ma che ha un'ignoranza digitale che grida vendetta. 

Il primo che si sveglia, spara la sua bella cazzata, senza neanche aver guardato la copertina dei moniti inascoltati di Shoshana Zuboff.

Un Paese perbene è la Nuova Zelanda. Quando ci fu la strage di Christchurch, la Prima Ministra Jacinda Ardern andò ad abbracciare i musulmani del suo Paese anziché lasciarli isolati; e i suoi concittadini la appoggiarono.


Un Paese perbene è come il Giappone: purtroppo molte persone morirono durante lo tsunami del 2011 perché intente ad accompagnare i propri anziani al sicuro: erano troppo lenti e furono travolti inesorabilmente. Noi gli anziani li consideriamo una perdita accettabile.

Un Paese perbene è come reagì la Norvegia quando un folle massacrò a Utoia settantasette bambini: l'intero arco parlamentare invitò a non cercare vendetta, a mantenere comunque vivo il modello di superdemocrazia che caratterizza quell'incantevole Stato.


Qui in Italia, qualche irresponsabile manina fa circolare secretate bozze di un serio provvedimento del Governo, e i giornalisti lo fanno girare immediatamente senza magari imitare i colleghi anglosassoni, che di fronte a casi analoghi fermano le rotative e concordano col Governo stesso come gestire una tale fuga di informazioni.

E adesso abbiamo un provvedimento che fa acqua da tutte le parti perché frutto di ridicole trattative per timori elettorali.

Siamo il Paese Fascista che si vergogna di essere Fascista, ma che corteggia i Fascisti; ma che quando circola una notizia di restrizioni temporanee per il bene di tutti, grida al Fascismo.

Per finire, il dato che dimentichiamo sempre: l'evasione fiscale nel nostro Paese vale il 12% del PIL, più di 100 miliardi di euro. 

E vi meravigliate se centinaia di idioti scappano da Milano per andare ad infettare il Sud?
E vi meravigliate se i milanesi si ostinano a passeggiare sui Navigli o i compagnucci romani di San Lorenzo a perpetuare la loro birrosa movida, imitati dai viziatelli dell'opposto Ponte Milvio?


Ma di cosa parliamo?


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