22 aprile 2020

Coronavirus, Franco il gangesterr

Sono ventuno anni che vivo a Testaccio e non l'ho mai visto invecchiare. 
Mai.
Non l'ho mai visto stanco.
Nemmeno litigare con qualcuno o discutere animosamente.
Mai.
Ecco, a essere onesti ogni tanto litiga con le consonanti, tanto che nel nostro strampalato lessico famigliare, Silvia ed io lo abbiamo soprannominato "Ganghster", dove la seconda G è morbida come in "gioco": gangesterr, più o meno.
È che una volta lui ed io parlavamo del più e del meno, e lui definì alcuni loschi figuri della Testaccio anni '70 come dei gangesterr; e quando mi caschi su certe cose, per quanto io ti voglia bene, mi dispiace ma ti condanno col soprannome (del resto, domani parlerò della Cicciona, perché in lei vive il personaggio di BC).

In realtà si chiama Franco, ed è stato fedele solo alla sola donna che abbia mai avuto - e che morì giovanissima, ma dopo avergli donato tre figli: due maschietti e una femminuccia. 
La femminuccia si chiama... Francesca (originale, eh?): piena di piercing e tatuaggi, agile, sveglia, vitale e sempre pronta a vedere tutto in proiezione. Mai una caduta... perché forse è caratterialmente abituata a rialzarsi subito.
I due maschi, onestamente non ricordo come si chiamino; e non perché essendo io un maschio ricordo solo i nomi di donne (maliziosi che siete!), ma perché ogni volta che gliel'ho chiesto hanno confabulato un "Sbrichoplosnoap" che sfido chiunque a decrittare.
Franco fa il fioraio da una vita.
Non credo abbia mai preso un solo giorno di ferie. 
Lavora indefessamente dalla mattina alla sera, lasciando poi che durante la notte se la sbrighino due bengalesi: a Roma puoi occupare il suolo pubblico in circostanze azzeccacarbugliesche, e pagando molto; i fiorai ne sono esenti, a patto che svolgano contestualmente la loro attività. 
Franco ha tre ciuffi di riporto: non si spostano neanche con un tornado F5 della Scala Fujita. 
Freddo a caldo che faccia, indossa sempre e solo una camicia: manica sinistra arrotolata fino al gomito, la destra poco dopo il polso. Scarpe simil clarks allacciate alla disperata. Pantaloni senza orlo che se fai tre passi inciampi e ti spacchi tutti i denti.
Ha due occhi celesti che vorrebbero parlarti per ore, e un bellissimo sorriso ancora giovane, a metà tra il primo Mastroianni e il Ferzetti dell'Avventura.
Il suo stato d'animo è sempre in bilico tra la figlia furiosa e viva e i due ragazzi che sommessamente rimpiangono storie d'amore finite da un pezzo Insomma, lui non sa di avere una battaglia interiore tra il vivere la vita o soccombere alla depressione. Ma dopo un po' chi gli sta accanto se ne accorge.
Quello che vedo io è un uomo buono, dolce, gran lavoratore, innamorato della figlia e dei nipoti - e sempre alla ricerca dello spirito della moglie, che sicuramente in questi giorni gli starà più vicino per coccolarlo a dovere.

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