Quando avevo deciso di intraprendere questo strano diario - con questa numerazione fuori registro rispetto al numero esatto di giorni di lockdown, sul mio whatsapp avevo scritto una serie di moniti, non ultimo "durante la quarantena, non fate/dite cose di cui vi vergognerete".
A prenderla alla larga, molto alla larga, lo dicevano anche gli Alan Parson Project in questa canzone.
Chi è malato cronico o ha passato lunghi momenti difficili capì immediatamente cosa intendevo. Più in generale, sono convinto che comunque stiate sicuramente pensando "effettivamente posso aver fatto o detto cose di cui adesso mi vergogno".
Intendiamoci, ci sono sempre momenti particolari in cui facciamo/diciamo cose di cui ci vergogneremo; ma in un momento così unico e cruciale come questo, diventeranno più pesanti; specie se queste azioni o queste parole hanno avuto qualcuno come spettatore o testimone.
Ora, qui vorrei presentare una serie di moniti in proiezione: cose da non dire o da non fare quando torneremo alla normalità.
Riguarda tutti noi.
UNO - Non rompete parlando dei drammi dei vostri figli. "Aaaah, tu che non sei padre non puoi capire cosa significhi stare dietro ai figli durante la Quarantena". Vero, verissimo. Poi penso alle baby prostitute di Serra Pelada e mi viene voglia di prenderti a sberle.
DUE - "Mio marito non mi ha mai aiutato a casa". Primo, non si "aiuta" a casa: le cose si fanno, insieme o distribuite, ma in parti uguali. Già che dici "aiuta", significa che sei tu per prima una maschilista.
TRE - Non dire che "è difficile rientrare", perché il lavoro ce l'hai, e stai in Europa, in un paese democratico e mollaccione pergiunta.
QUATTRO - Non te ne uscire con battute tipo "ah, sei stato in vacanza, eh!", sparando una risata ameboide che in Corea del Nord comporta immediati lavori forzati per almeno un lustro.
CINQUE - Evita la frase "lavorare in smartworking non è lavorare". Vero, infatti nelle case manca la macchinetta del caffè dove passi buona parte della giornata.
SEI - Non sei diventato Nobel in virologia. E sappi che tutti abbiamo un parente stretto che lavora in ospedale: io addirittura due.
SETTE - Non rompere il piripicchio con il 5G o con quel tuo essere anti vax: se qualcuno dei tuoi ha avuto la sfiga di beccarsi un problema dopo l'iniezione di un vaccino, è pura coincidenza.
OTTO - No razzismo, please. Non è colpa dei cinesi (o degli israeliani), ma di come ci comportiamo con l'Ambiente. E l'Ambiente non è il facile feticcio intoccabile di Greta.
NOVE - Sei vivo perché hai avuto fortuna: né Dio né la sfiga si sono accorti di te. Magari approfittane per sorridere alla vita e comportarti meglio con il prossimo.
DIECI - Continua a prendere l'acqua direttamente dal rubinetto dei bagni della Rai, dài!
Nessun commento:
Posta un commento