09 aprile 2020

Coronavirus, il vero dopo

Ancora oggi ricordo nitidamente una scena del terzo ciclo di HeimatPer raccontare la Caduta del Muro, Reitz segue un'auto mentre percorre una strada provinciale. Una mano tiene fuori una bandiera tedesca mezza scalcinata. È girata con un bianco e nero molto anni '70. La musica è in crescendum. All'improvviso diventa tutto colorato e la musica esplode incontenibile e gioiosa.
Basta. Solo questa scena.
Con un semplice espediente, il regista tedesco ha detto tutto. 
Tutto.
Noi siamo soli sul cuor delle nostre stanze, vedendo un frammento della realtà vera, vivendo un isolamento tutto nostro, immaginando una cronaca degli eventi che non esiste o che comunque è filtrata da immaginazione-film-letture-dicerie-speranze.
Abbiamo il deserto dei tartari dentro le nostre televisioni e speriamo di poter dare un significato retorico a questa imminente fine dell'incubo. 
Già, abbiamo sempre un bisogno quasi ancestrale di un'inquadratura definitiva che soddisfi la nostra immaginazione.
Ma qui, in questo caso, quando inizierà il vero dopo?
Forse quando stringeremo senza timori la mano di uno sconosciuto?!
Oppure quando abbracceremo un parente che non abbiamo visitato per anni?!
E quante volte ne parleremo con gli altri, che a loro volta avranno l'impellente necessità di dire una loro realtà, forse tentando di superare la nostra o di esorcizzare la loro?
Insomma: con quale simbolo questa stranissima vicenda resterà nei nostri ricordi?

Le bare di Bergamo? No, quella è una storia di un fallimento, uno dei tanti. Il Presidente di una Regione incapace di indossare una mascherina? No, troppo politicizzato. La gente che applaude dalle finestre? No, troppo pastasciutta, troppo italiano. La mascherina in faccia a qualche modella improvvisata? No, perché è una barricata resa male.
Un esempio? Nei film e nelle narrazioni esiste un modo molto semplice e potente per ambientare un prima 11 settembre e un dopo 11 settembre: un'inquadratura dello skyline di Manhattan. 
Ma qui, che espediente useremo?
Dobbiamo trovare qualcosa di retorico, presto! Prima che tutto si trasformi in banalità.

Nessun commento: