Pochi giorni fa, di fronte all'evidente violazione delle più banali regole di prevenzione da parte di una minoranza numerosa di giovani che partecipavano alla cosiddetta "movida", Paola Concia si è scagliata contro l'indignazione diffusa, twittando "Ma invece di tutto sto lamento sulla #movida, perché non si cerca di fare qualcosa di intelligente, parlare co sti ragazzi e ragazze, spiegare, ragionare con loro sul da farsi, perché? Perché mai qualcosa di costruttivo? Sempre sto lamento, sta lagna, perché? E su!!! #Fase2".
Sotto il sapido e ficcante video del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, spicca tra i commenti quello di Frankie Hi-Nrg: "Siete dei terroristi.
E per terrorizzare meglio decidete di violare anche le regole che imponete, perché vi sentite migliori degli altri.
Vergogna", aggiungendo in un commento successivo "a molti piace terrorizzare invece di spiegare, educare e mostrare esempi positivi".
Due atteggiamenti irresponsabili e contraddittori che rappresentano nitidamente quanto twitto da anni: la lunga ombra del '68 ha fatto molti più danni di quanto immaginiamo.
Innanzitutto, sono tre mesi che viene spiegato come comportarsi! Cosa bisognava aggiungere? L'analisi compulsata dell'Ulisse di Joyce? La traduzione a fronte dell'Anabasi di Senofonte? Così, giusto per capire...
Poi: perché in Italia ogni minimo richiamo al dovere e al rispetto delle regole, dev'essere dibattuto fino allo stremo, come se fossimo in un eterno salotto lontano dalla realtà?
Quindi: forse il noto rapper si è dimenticato del buon uso delle parole, additando a Zaia un suo essere "terrorista" nel richiamare al rispetto delle regole; dico, è un'accusa pesante e infantile. E subito dopo gli chiede "esempi positivi", quando nel video c'è chiaramente l'esempio di un infermiere che lotta per tenere in vita un paziente.
E faccio finta di non sottolineare quell'educare, visto che ogni volta che lo Stato prova a "educare", proprio quelli come Frankie si arroccherebbero sulla prima barricata qualunquista, rifiutando un simile approccio. Tanto bravo come cantante, ma sorprendentemente avvilente come polemista.
Il dibattito che è seguito, infine, ha raggiunto vette di stupidità diffusa e condivisa.
C'è chi l'ha messa sul presunto conflitto "giovani contro vecchi", togliendo l'attenzione da un obbligo etico e necessario (la sicurezza), il cui rispetto risentirebbe invece del solo approccio generazionale.
Peggio, c'è chi ha detto che è in corso un'improbabile "lotta alla movida", come se la movida fosse causa di tutti i mali, mentre invece è l'approccio ad essa - in questo momento così delicato - che potrebbe causare serie conseguenze.
Non è mancato, ovviamente, il vecchio e abusato "sì, ma..." all'italiana, con alcune variazioni sul tema. È giusto e sacrosanto pretendere il rispetto delle regole... ma il Governo non è chiaro con Immuni... ma i media non informano bene... ma la gente non ne può più... ma i bambini hanno paura delle maschere... ma siamo diventati più fragili... ma la gente è stanca di fare le file... potrei scrivere per ore. Ma la domanda sarà sempre la stessa: che ca@@o c'entra! Sono cose diverse: è il solito mettere insieme le mele con le pere.
Mascherine obbligatorie e distanza di sicurezza vanno rispettate. Punto. Niente dei "sì, ma..." sopra elencati (alcuni sacrosanti) può impedire di praticarli.
La vera questione è altra: se vogliamo che muoiano altre persone, se vogliamo affondare una Sanità già allo stremo, se vogliamo ridere in faccia ai parenti delle vittime o ai sanitari che si sono prodigati per salvare vite umane, continuiamo a fregarcene delle regole. Ma assumiamocene la responsabilità, senza twittare la robaccia che ho letto in questi giorni.
Il resto, sono solo chiacchiere.
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