27 settembre 2020

ATLANTIDE di Carlo e Renzo Piano (Feltrinelli)

Parto sempre dal presupposto che non devo mai aspettarmi qualcosa da un libro, ma seguire lo scrittore senza remore o preconcetti. In questo caso, però, sto ancora cercando di capire a cosa serva l'intera operazione.
Ho saputo dell'esistenza di questo libro attraverso una serie di brevissime citazioni proposte da Repubblica nelle scorse settimane. Una sorta di "recensione passiva": il giornalista, insomma, lasciava parlare il libro dalla penna degli stessi autori. Mi ha intrigato e conquistato pressoché immediatamente e quindi ho deciso di acquistarlo. 
Ebbene, mai avrei immaginato di avere a che fare con una sorta di superpuntata di Che tempo che fa, di quelle piene di sorrisetti compiacenti, di complicità studiata a tavolino, dove tutti sono bravi anzi bravissimi, e dove si respira istrionismo e vanità anche nelle pagine bianche. Quei frammenti di Repubblica, insomma, erano un'ottimo lavoro di sintesi del giornalista, ma niente di più.
Di Atlantide, poi, non c'è nulla, neanche come vaga figura retorica; di bellezza, invece, solo quella architettata (è il caso di dirlo) dallo stesso Renzo Piano. Per carità, nulla di male, anzi. Però non parlate di "viaggio alla ricerca delle bellezza" perché non è vero.
E che dire dei toni? Le parti scritte dal figlio cercano di poetizzare l'ambiente  che incontrano durante la navigazione, con uno stile tutt'altro che empatico; quelle scritte dal padre, invece, sembrano fare a gara con la propria superbia. Cazzo, sei bravo! Lo sappiamo! Ma non ce lo ricordare ogni due parole. 
Quello che mi sorprende è che questo libro stia incontrando i piaceri del pubblico in una incongrua gara di lettura proposta da Robinson (un mischione di titoli troppo diversi tra loro e messi in competizione senza criterio alcuno).
A latere, per chi non è di Roma: il famigerato Auditorium non è quello che sembra. L'acustica è un miraggio, le poltrone sono strette (e io non sono una stanga, visto che sono alto solo 1,73), l'accesso per i disabili un po' complicato, i servizi da rivedere. E anche l'accesso esterno è uno scandalo; ma qui la colpa è di Rutelli e Veltroni, che hanno fatto le cose in fretta e senza una visione moderna.

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