Ho spesso molta difficoltà a recensire biografie non professionali, perché sembra che faccia apposta a parlarne male.
Oltretutto, in un caso sono stato plagiato da un tipo; in un altro, mi sono addirittura beccato la minaccia di una querela (mai arrivata, peraltro): avevo osato sottolineare come l'eccesso agiografico dell'autrice avesse sminuito quel suo pregevole lavoro di documentazione che si intralegge nel testo.
Partiamo, quindi, dal presupposto che io non credo esista un modo per raccontare un musicista, ma sicuramente esiste il modo di evitare come raccontarlo. E questo libro ne è un esempio.
Per carità, la confezione è bellissima, corredata da ottime foto e da una grafica seducente. In più, l'editore partiva avvantaggiato, visto che mi aveva già colpito per l'accuratezza dell'ottima biografia di Roger Waters.
Però qui siamo di fronte a un lavoro ingenuo, amatoriale, tutt'altro che avvincente: giusto un elenco di date, di discografie e poco più. Ricordando, poi, che due dei tre autori figurano tra i curatori dell'eccellente sito dedicato proprio a Steven Wilson, è legittimo esigere qualcosa di altrettanto credibile.
Per prima cosa, a ogni capitolo corrisponde uno dei numerosi progetti di Steven Wilson; quindi, il libro non è cronologico. Appena terminata la narrazione di un progetto, il capitolo successivo ricomincia quasi d'accapo, affrontandone radicalmente un altro.
Scusate, ma se Wilson ha strutturato nitidamente più progetti allo stesso tempo, evidentemente non voleva rimandare nulla; anzi, voleva soddisfare subito il suo eclettismo e questi suoi impulsi così eterogenei. Ma così com'è composto questo testo, il lettore ha difficoltà a trovare i momenti in cui si sovrappongono, a contestualizzarne la genesi, a gustarne la struttura, a intuirne l'importanza. Per carità, qua e là ritroviamo qualche bussola di riferimento, ma crea più confusione che coerenza.
Secondo nodo, l'assenza di una minima esegesi testuale. Non alludo ai pipponi autoreferenziali di certi libretti inutili, per carità; ma qui di testi se ne trovano pochi, quasi mai tradotti, quasi mai raccontati, per nulla inseriti in un contesto di ampio respiro. Non pretendo la superguida di Nicholas Pegg su David Bowie, ma neanche questa galoppata di titoli senza contesto.
Terzo nodo, manca totalmente qualche accenno tecnico. Non pretendo la narrazione nota per nota, bemolle per bemolle, accordo per accordo; ma almeno un perché quel brano suoni così o come mai ci sia quello stacco o quello strappo. Di esperti con approccio divulgativo ne esistono: considerata l'indiscussa conoscenza dell'ambiente da parte degli autori, cosa costava fare una telefonata al chitarrista Tizio o allo studioso Caio?
Ultima pecca: la mancanza di un indice analitico. Nel caso di Steven Wilson, poi, è quasi una necessità.
Se poi, invece, il libro vuole essere un'appendice del sito, allora questa recensione è inutile; ma nel contempo stiamo calmi: costa 22 euro!
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