Basato su un fatto realmente accaduto, questo Nave sepolta è il classico esempio di come si possa cucinare una pietanza mediocre nonostante gli ingredienti siano potenzialmente di qualità.
Non avendo letto il romanzo di riferimento, e non avendo alcuna aspettativa, posso solo dire che la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti: se cerca di muoversi intorno al Paziente inglese, non c'è riuscita neanche di sfuggita; se magari vuole sottolineare un grande evento archeologico, non me ne sono accorto; se, invece, rappresenta la storia di due vite opposte ma coinvolte dallo stesso destino, è tutto troppo accennato; se però i veri protagonisti sono il bambino o Peggy o l'imminente guerra, i loro sono ruoli totalmente secondari.
La regia latita, sembra quasi lasciarsi andare al caso. Non c'è cifra né coerenza né una direzione chiara.
Ne risente la fotografia, che alterna guizzi di notevole spessore con altri fuori registro e quasi amatoriali. La scelta, poi, di alternare dolly, telecamera a spalla, droni e cineprese standard, rende incoerente la tessitura delle scene.
Ne risente la fotografia, che alterna guizzi di notevole spessore con altri fuori registro e quasi amatoriali. La scelta, poi, di alternare dolly, telecamera a spalla, droni e cineprese standard, rende incoerente la tessitura delle scene.
Il montaggio è di quelli che dimentichi dopo pochi minuti (da uno che ha lavorato su Descent mi aspettavo di più), mentre la musica ricalca troppo il Nyman più commerciale.
Ralph Fiennes è totalmente sprecato e non riesce in alcun modo a farci appassionare al personaggio, mentre Carey Mulligan piange tutto il tempo senza restituire quell'idea femminista e coraggiosa che caratterizzava l'Edith Pretty originale.
Insomma, è un film inutilmente lungo, noioso e che mi ha fatto inquietare un po': quando si hanno in mano temi così belli e potenzialmente ricchi di spunti, trovo inaccettabile che vengano uccisi con tanta approssimazione.
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