Tom Hanks è un capitano dell'esercito confederato, ormai reduce dalla Guerra di Secessione, che sbarca il lunario leggendo le notizie del mondo dai quotidiani che riesce a recuperare di paese in paese. Un bel giorno s'imbatte in una bambina biondissima, a suo tempo rapita dai Kiowa - e ormai assimilata dalla loro cultura. La trama seguirà le loro avventure, ma soprattutto il lento e dolce mutamento dei loro rapporti personali.
Per essere un film leggermente lento, lo è. Ma sono certo che se lo avessi visto al cinema (senza micidiali interruzioni), forse lo avrei apprezzato con maggiore indulgenza e anche con un pizzico di commozione.
Siamo a metà tra la nostalgia per i western alla Leone, ma con una romantica sporcizia "pulita"; e siamo anche dentro un modo affettuoso e devoto di raccontare un genere che non merita di scomparire, come invece sta accadendo in questi ultimi lustri.
Il regista è quello di Bloody Sunday, United 93 e di Bourne. Eppure riesce a proporre uno stile ben diverso, con un respiro più assorto e dilatato, anche durante il drammatico scontro a un terzo della trama.
Il montaggio segue il ritmo di una sceneggiatura a volte troppo segmentata, ma che comunque tiene dall'inizio alla fine, anche quando sfiora la prevedibilità.
La fotografia è molto bella, ma un po' plasticosa. Mi ha colpito quanto ogni scena abbia una dominante diversa, ma non coerente con lo spirito, il mood della narrazione; il che è un peccato, perché le potenzialità c'erano. Le inquadrature sono comunque di ottima fattura e con momenti-drone mai stucchevoli.
La musica fa il suo bel mestiere, ma non inventa un leit motiv o un qualcosa di avvolgente come certe scene meriterebbero.
Tom Hanks è sempre più bravo e dolce e capace di lavorare sempre più per sottrazione. Ormai gli basta un cenno millimetrico per restituire sentimenti profondi e sfaccettati.
Ma è la piccola Helena Zengel a meritare più dei proverbiali 92 minuti di applausi: mai esagerata, mai irritante, sempre precisa, sempre spontanea e credibile. Veramente notevole, specie tenendo conto della giovanissima età. Per carità, è una generazione allevata a pane e video, ma proprio per questo rischia sempre di perdere il senso dell'autentico.
Insomma, è un buon film, che merita una visione attenta e senza pause. Più di un 7 non mi viene da dargli; però guardatelo (in originale, che domande).
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