22 giugno 2021

CHAOS WALKING, la recensione

Gruppi di coloni umani vivono su un pianeta chiamato Nuovo Mondo (quando si dice l'originalità), contrastati blandamente dagli Spackle, alieni che alieni non sono, visto che stanno a casa loro - e gli intrusi saremmo noi, semmai.
C'è un piccolo problema non di poco conto, anzi due: per uno strampalato fenomeno, i pensieri dei maschietti sono visibili e ascoltabili da chiunque (lo chiamano il "rumore"); quelli delle donne, invece no; che, però, non ci sono perché uccise in massa dagli Spackle. 
Insomma, i coloni sono solo maschi.
Un bel giorno dallo Spazio arrivano altri coloni, preceduti da Viola, che anche per la sola presenza crea molto turbamento sia al protagonista che ai restanti maschi, soprattutto al capo di tutti, che, guarda caso, è l'unico capace di non far vedere i pensieri. E allora scopriremo che le cose non sono come sembrano.

Io partirei da un banale presupposto: su un tema così avvincente e profondo (il vedere i pensieri) non mi puoi fare un film quasi-western di avventure fintamente condite da una costante parapsicologica che non c'è.
Voglio dire che o la prendi alla lontana, come Il pianeta proibito e i suoi "mostri dell'id", oppure fai un bel film serissimo stracciapalle, di quelli che durano una vita e che piacciono ai saputelli al cashmere di casa nostra.
In un film di sola avventura, un fenomeno così complesso diventa sporadico, quasi ridicolo. Valga per tutti la ripetuta scenetta di lui che guardando lei pensa solo "quant'è carina", quando invece anche vostro figlio penserebbe cose leggermente più hard.
Ma non è solo questo: è che ovviamente durante tutta la visione questo "rumore" va e viene in maniera scostante per ovvi motivi di comprensione filmica, non restituendone il potenziale veramente disturbante e alienante.
Ma mettiamo caso il film comunque funzioni: be', funziona fino alla scena delle rapide; ma forse fino a poco prima, quando c'è la scazzottata con l'"alieno" (dove non si capisce neanche chi-abbia-picchiato-chi). Poi, secondo me, gli sceneggiatori si sono alzati per la pausa pranzo e hanno detto allo stagista di finire il compitino, tale è la pochezza narrativa degli ultimi dieci minuti.
Un film, insomma, che fa acqua da molte parti, e che per quanto sia anche godibile, quasi non vedi l'ora che finisca per poter poi indossare la mascherina e farti una passeggiata tra gli zombi del tuo condominio.
Tom Holland è bravino, ma ormai gioca troppo sullo schlemiel che invece apprezziamo nei terzi Spider-Man. Daisy Ridley conferma il vecchio adagio che a essere nodale in Star Wars ci rimetti comunque la carriera a venire. 
Va detto che la produzione è stata un disastro: troppe volte rimandata e troppe volte riveduta e corretta. Premesso ciò, la sceneggiatura latita, la regia un po' meno. Bella la fotografia, ridicoli gli effetti speciali, passabile la musica.
Un 5+ non glielo toglie nessuno. Se volete vederlo, solo in originale, con birra e olive ascolane.

Nessun commento: